Lo scrittore cattolico statunitense George Weigel ha recentemente scritto un interessante articolo sulla rivista First thing dal titolo: The Catholic Church doesn’t do “paradigm shifts”, ossia La Chiesa cattolica non opera un “cambiamento di paradigma”.
Cosa s’intende con “cambiamento di paradigma”? L’espressione è stata coniata da Thomas Kuhn nell’opera La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) e sta a indicare un radicale cambiamento nel modo di pensare di una persona o di un’organizzazione: «una rottura – afferma Weigel – drammatica, improvvisa e inaspettata» che indica, di fatto, un “nuovo” inizio.
Un “cambiamento di paradigma” è possibile anche nella Chiesa?, si domanda quindi lo scrittore statunitense. La risposta è negativa: «[…] l’evoluzione – scrive infatti – della comprensione della Chiesa del Vangelo nel corso dei secoli non è una questione di “cambiamenti di paradigma”, o di rotture, o d’interruzioni radicali e di nuovi inizi; è una questione di ciò che i teologi chiamano lo “sviluppo della dottrina”. E, come ci ha insegnato il Beato John Henry Newman, l’autentico sviluppo dottrinale è organico e in continuità con “la fede che fu trasmessa ai credenti una volta per tutte” (Giuda 1,3)».
Il cardinale Parolin e Amoris Leatitia
Compreso dunque cosa s’intende con “cambiamento di paradigma”, sorprende l’affermazione del Segretario di Stato card. Pietro Parolin, che si è recentemente riferito all’esortazione apostolica Amoris Laetitia utilizzando proprio tale definizione. Weigel quindi si domanda: cosa intendeva dire il cardinale? Forse non si riferiva all’espressione coniata da Kuhn, oppure voleva semplicemente esortare a una maggiore compassione verso le persone che vivono situazioni irregolari, ma che intendono riavvicinarsi alla Chiesa? Quanto è certo – sottolinea in maniera netta lo scrittore – «il cardinale non può aver voluto dire che Amoris Laetitia è un “cambio di paradigma” nel senso di una rottura radicale con le precedenti intese cattoliche. Perché la Chiesa cattolica non fa “cambiamenti di paradigma” in questo senso del termine».
Amoris Laetitia: un solo testo, tante interpretazioni
Eppure un dato di fatto c’è, ed è innegabile: Amoris Leatitia sta generando grande confusione nelle varie chiese locali, con una ricezione dei suoi contenuti che si caratterizza per una preoccupante difformità e che, in certe zone del mondo, sta assumendo anche le forme di una radicale rottura con il depositum fidei.
«Questa frammentazione – commenta ancora Weigel – non è cattolica. Cattolicesimo significa un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, e l’unità è uno dei quattro segni distintivi della Chiesa. […] Oggi il cattolicesimo è in difficoltà e non sarà sanato dagli appelli ai “cambiamenti di paradigma”. Nei primi secoli cristiani – conclude quindi lo scrittore -, i vescovi si sono confrontati francamente e, quando necessario, si sono corretti a vicenda. Quella pratica è essenziale oggi come lo era ai tempi di Cipriano e Agostino, per non parlare di Pietro e Paolo».
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