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14.01.2025

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La castità è essere colmi di Dio
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12 Gennaio 2025

La castità è essere colmi di Dio

BATTESIMO DEL SIGNORE – FESTA – ANNO C

Il Battesimo di Gesù è inutile. Lo dice lo stesso Giovanni, il Battista, «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me (…) Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco». Io ho ricevuto, tu hai ricevuto il Battesimo in Spirito Santo e fuoco. Gesù ha ricevuto l’acqua del Giordano. D’altra parte, Lui non deve diventare Figlio di Dio, lo è già. Io no. Io nasco figlio di mio padre e mio madre, ma con il Battesimo, ho il potere di essere salvato dal male del peccato che è in me, di rinascere dall’acqua e dallo Spirito e di divenire figlio adottivo di Dio e infine di appartenere alla famiglia dei figli di Dio, la Chiesa.

In questi giorni, ho partecipato da un corso di Esercizi Spirituali a Roma. Più di quaranta sacerdoti provenienti da tutta Italia, hanno pregato, si sono confrontati fraternamente sul tema della castità, ossia dell’amare senza possedere, hanno ricevuto l’indulgenza della Porta Santa della basilica di San Pietro. Quando siamo partiti, martedì scorso, ci siamo ritrovati sotto casa mia. Due sacerdoti di Modena, uno di Ferrara, uno di San Marino e uno di Bologna. Con me, sei. Mentre salgo in auto, chiedo a chi si siede accanto a me come sta? Mi guarda e – compiaciuto, quasi accarezzandosi la pancia, come farebbe chi è sazio da un pranzo succulento – mi dice: “Sai, mi sento proprio amato. Dio mi ha toccato in questi giorni”. Lo guardo con un po’ di invidia. Gli Esercizi potrebbero essere già finiti. La castità, in fondo, è essere colmi di Dio e sentirsi amati. “Mi sento amato”. Chi dice questo di sé? Al massimo, diciamo: “Sono contento. Sono in pace. Sto bene”. Don Guido dice: “Mi sento amato”.
L’ultimo giorno degli Esercizi, dopo l’ultima catechesi, dopo alcune domande, un sacerdote, don Marcello di una diocesi del Sud dice: “Io sono molto grato per questi giorni. Quando sono arrivato, sono stato accolto da don Piero: “Figlio, benvenuto”. Figlio? Mi ha chiamato figlio, capite? Per me – continua don Marcello – gli Esercizi potevano finire lì. Ho avuto un colpo al cuore…chi mai vi chiama figlio? Nessuno, nemmeno mio padre e mia madre. Il mio Vescovo non mi ha mai chiamato figlio”.
Il Battesimo di Gesù è talmente inutile che l’evangelista Luca neanche lo racconta. Solo dice che una volta immerso nell’acqua, mentre è in preghiera il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo (…) e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
«Tu sei il Figlio mio, l’amato».
Gesù è più forte di Giovanni perché è amato ed è figlio. Nessuno può darsi l’amore, né tantomeno la figliolanza da se stesso. È un miracolo che uno ti ami. Ed è un miracolo che per qualcuno tu sia figlio. Tante volte anche per lo stesso padre o per la stessa madre, figuriamoci per qualcun altro…Eppure, senza essere amato, posso avere tutto, ma non ho niente. Senza essere figlio, posso essere chiunque, ma non sono nessuno.  Se una si sente amata, se uno si sente figlio non ha più paura di niente e di nessuna circostanza.
Viceversa, se uno non è amato, non è figlia è schiavo di chiunque e di ogni situazione avversa.  Gesù riceve il Battesimo di Giovanni perché vuole che io ascolti la parola che il Padre ha rivolto a  Lui. E’ per me quella Parola. E’ per te quella certezza. «Tu sei il figlio mio, l’amato». «Tu sei mia  figlia, l’amata». Se scopri ciò che sei, se hai la Grazia di avvertire ciò che già per il Battesimo hai ricevuto, tu non hai più paura di niente. Essere amati ed  essere figli ti rende capace, come Cristo, di vivere persino la Croce.

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