La Camera approva la legge sul fine vita con 253 sì e 117 no. Adesso resta il passaggio al Senato dove la strada sarà più tortuosa, ma non impossibile. La storica approvazione è arrivata con i Sì di M5s, Pd, LeU, Iv (con libertà di coscienza) e +Europa. Il centrodestra vota no, con qualche defaillance in Fi.
Proprio ieri a Roma 70 associazioni del laicato cattolico si erano date appuntamento per gridare “Sui tetti” che non si può calpestare l’umano, né scartarlo. Fra loro anche il Family day con Massimo Gandolfini e il Centro Studi Rosario Livatino, queste le loro reazioni all’approvazione della legge alla Camera:
Gandolfini (Family day): Il Senato modifichi il testo che indurrà allo scarto di disabili, anziani e malati
“Con l’approvazione alla Camera del testo unico Bazoli sull’eutanasia la classe politica italiana sceglie la strada della morte e dell’abbandono terapeutico. Dovunque sia stata approvata una legislazione mortifera che apre al suicidio assistito e all’eutanasia, nel giro di pochi anni si è registrato un boom di richieste di ‘morte di Stato’ da parte di anziani, malati, persone sole, disabili e depressi. Se il voto a Montecitorio non sarà ribaltato dal Senato sarà così anche per il nostro Paese. Un piano inclinato spinto anche dalle esigenze di risparmio dei sistemi sanitari”, afferma il presidente del Family Day Massimo Gandolfini.
“Per tutti questi motivi rivolgiamo un appello ai Senatori affinché il testo – che noi disapproviamo nella sua totalità – sia almeno emendato e ridiscusso nei punti più atroci e controversi. Il Family Day sosterrà ogni tipo di iniziativa parlamentare volta a fermare questo testo inutile e pericoloso. A maggio sarà poi la volta di una grande manifestazione per la tutela della vita tesa a scuotere le coscienze di un Paese che, in pieno inverno demografico, si incammina a passo veloce verso quella cultura dello scarto denunciata da Papa Francesco”, conclude Gandolfini.
Centro studi Rosario Livatino: L’eutanasia per tagliare i costi di ammalati, disabili e anziani non autosufficienti
Il testo unificato sull’eutanasia, approvato oggi alla Camera, altro non è che una legge 194/1978 che, invece che al concepito, ha nel mirino l’ammalato, il disabile, l’anziano non autosufficiente. Della 194 il testo odierno mutua la forma, la struttura, la dinamica, in taluni passaggi perfino la lettera (come emerge sovrapponendo le parti sull’obiezione di coscienza).
Non prevedendo un centesimo di euro a sostegno della terapia del dolore, o dell’aiuto che al paziente in difficoltà può venire dai caregiver, essa rende ipocrita l’insieme di belle parole che avvolgono la sostanza; e la sostanza è che le spese per anziani e disabili sono un costo che il sistema sanitario non intende più sostenere.
Per rendere meglio l’idea, come l’art. 1 della 194 proclamava che “l’interruzione volontaria della gravidanza (…) non è mezzo per il controllo delle nascite”-, e sappiamo come è andata a finire – così l’eventuale seguito del lavoro parlamentare potrebbe aggiungere al testo sull’eutanasia un proclama del tipo “la morte volontaria medicalmente assistita, di cui alla presente legge, non è strumento per il controllo della spesa pubblica”.
Perché invece sarà proprio questo.
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