In questi giorni è uscita in Germania una biografia su Joseph Ratzinger, con il titolo Benedikt XVI: Ein Leben (Benedetto XVI: Una vita). Il volume, di oltre mille pagine, sarà disponibile in lingua inglese e italiana in autunno ed è stato realizzato dal giornalista Peter Seewald, già noto per aver realizzato diversi libri-intervista con l’allora cardinale Ratzinger, poi con papa Benedetto XVI e infine anche con il papa emerito, nel 2016 (Le ultime conversazioni).
Quel che è certo, alla luce delle indiscrezioni circa i contenuti uscite in questi giorni, è che non si tratta di un libro né noioso, né scontato, bensì di un volume che funge da “testamento” da parte di Ratzinger, che – con il suo noto acume intellettuale, ma soprattutto teologico – va certamente ad analizzare diversi temi “caldi” della modernità (dall’aborto, ai matrimoni omosessuali, al relativismo…), tuttavia inserendoli all’interno di una cornice spirituale più ampia: «La società moderna», afferma infatti Benedetto secondo quanto anticipato da LifeSiteNews, «sta formulando una fede anticristica, cui non ci si può opporre senza essere puniti con la scomunica sociale. È quindi più che naturale avere paura di questa forza spirituale dell’Anticristo e ci vuole davvero l’aiuto della preghiera di un’intera diocesi e della Chiesa universale per opporvi resistenza». Un estratto denso, per certi versi criptico in quanto estrapolato dal contesto, ma che mette ben in evidenza la prospettiva portata avanti dal papa emerito: stiamo vivendo un tempo non facile, di grande prova, durante il quale occorre aggrapparsi con (ancora più) tenacia e fedeltà al Signore.
La biografia è anche l’occasione per Benedetto XVI per rispondere indirettamente a tutti coloro che lo accusano di essere un “papa ombra”, come accaduto recentemente in occasione dell’uscita del libro redatto con il cardinal Robert Sarah. «Il sospetto che io mi immischi regolarmente in pubblici dibattiti è una distorsione maligna della realtà», afferma infatti Ratzinger, che precisa di essere sempre stato attento a non interferire con le proprie affermazioni con il pontificato di Bergoglio. «Come sapete», continua, «l’amicizia personale con papa Francesco non solo è rimasta, ma è cresciuta».
LE PAROLE DEL BIOGRAFO
«Se qualcuno parla ancora di un pontificato fallito oggi, allora o non ha idea, o vuole consapevolmente spingere attraverso una formula che corrisponde ai suoi interessi ideologici». Non ha tentennamenti Seewald nel dare – rispondendo a un’intervista al Die Tagespost – un giudizio più che positivo sul pontificato di papa Benedetto XVI, che nei suoi otto anni alla guida della Chiesa ha «affrontato il rinnovamento della fede di fronte a un declino senza precedenti del cristianesimo»: il «suo particolare carisma e catechesi hanno attratto milioni di persone, comprese quelle che erano distanti dalla Chiesa. Non è un caso se si parla di febbre “Benedetto”».
Naturalmente, ridurre tutto al solo periodo del papato sarebbe riduttivo e non renderebbe merito all’apporto dato da Ratzinger nella storia ecclesiastica e teologica dell’ultimo cinquantennio, peraltro segnata da cambiamenti epocali: da professore, da partecipante al Concilio Vaticano II, da braccio destro di Giovanni Paolo II e poi da papa emerito. E a chi “lamenta” il fatto che papa Benedetto abbia pubblicato solo tre encicliche Seewald risponde: «Come papa, era principalmente un pastore, non un professore. Il fatto che abbia fatto una trilogia di Gesù nella sua vecchiaia e con i suoi handicap sulla salute, di cui il pubblico non aveva idea, è quasi sovrumano. Questa cristologia era urgentemente necessaria data la distruzione dell’immagine e del messaggio di Gesù. Nessun papa prima di lui aveva osato intraprendere un simile lavoro».
Ma perché scrivere una biografia così corposa, peraltro con Ratzinger ancora vivente? Su questo il giornalista non ha dubbi: «Benedetto XVI è attualissimo. La biografia non tratta solo il passato o cose ormai concluse, ma anche l’eredità di una delle più grandi figure della Chiesa, che è una guida per il futuro. Non ci sarà più nessuno come lui».
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