Una scelta discreta, specie se confrontata con le posizioni dei giudici vicini all’area democratica, ma probabilmente non il profilo in assoluto migliore. Si può sintetizzare così la figura di Brett Kavanaugh, il giudice scelto da Donald Trump per rimpiazzare Anthony Kennedy alla Corte suprema e la cui eventuale conferma dovrà essere decisa dal Congresso, con un voto che si dovrebbe tenere in autunno. Il presidente americano ha annunciato la nomina di Kavanaugh lunedì sera, elogiandolo come «una delle migliori menti legali del nostro tempo» e aggiungendo: «In linea con l’eredità di Reagan, io non chiedo le opinioni personali di un candidato. Quello che conta non sono le opinioni politiche del giudice, ma se sanno mettere da parte queste opinioni per fare ciò che richiedono la legge e la Costituzione».
Kavanaugh, 53 anni, cattolico, ha frequentato le superiori dai gesuiti, è sposato, padre di due figlie e lettore al santuario del Santissimo Sacramento di Washington, lavora come giudice della Corte d’appello del distretto di Columbia dal 2006, quando è stato nominato da George W. Bush. È considerato un esponente dell’originalismo, cioè l’approccio giuridico che difende la lettera e lo spirito originario della Costituzione rispetto a possibili, e sempre più frequenti (sia negli Usa che in Italia), derive ideologiche. È stato in precedenza impiegato presso il giudice Kennedy, scelto da Reagan ma mossosi spesso contro le aspettative dei conservatori americani (in più sentenze sull’aborto e nella decisione che ha introdotto le «nozze gay»), e ha voluto salutarlo così: «Il giudice Kennedy ha dedicato la sua carriera a proteggere la libertà», un apprezzamento, forse influenzato dalle circostanze, non condivisibile.
Al di là di questo giudizio, il mondo pro life statunitense ha salutato con un sostanziale favore la sua nomina, contrariamente ai gruppi abortisti; va aggiunto che alcuni commentatori pro life hanno detto che avrebbero preferito un altro nome, come quello della quarantaseienne cattolica Amy Coney Barrett, pur ritenendo nel complesso soddisfacente la scelta di Kavanaugh.
TRE CASI IMPORTANTI
Di seguito riassumiamo tre recenti decisioni prese da Kavanaugh, di cui le prime due presentano buoni assunti, accanto a delle pecche.
Nel caso Garza contro Hargan, che riguardava la richiesta da parte degli ultraprogressisti dell’American Civil Liberties Union di consentire l’aborto immediato di una minorenne immigrata illegalmente, Kavanaugh ha ribaltato la sentenza di primo grado e appoggiato giustamente la posizione dell’amministrazione Trump, affermando che il governo ha «ammissibili interessi» a favorire «la vita fetale» e a «trattenersi dal facilitare l’aborto»; ma ha anche ordinato, stando alla ricostruzione di Edith Roberts, «un addizionale periodo di attesa per dare al governo il tempo di ottenere uno sponsor», come per esempio un parente già negli Usa, per consentire eventualmente alla minorenne di abortire, dicendo che tale procedura è permessa dalla giurisprudenza della Corte suprema.
In un altro caso ha appoggiato sostanzialmente la richiesta del gruppo Priests for life (Sacerdoti per la vita) che aveva fatto ricorso contro il liberticida mandato contraccettivo dell’Obamacare; ma ha anche sostenuto, con una citazione imprecisa della Corte suprema (vedi qui), che la sentenza sulla Hobby Lobby dimostrerebbe che «il governo ha uno stringente interesse nel facilitare l’accesso alla contraccezione per gli impiegati di queste organizzazioni religiose»: secondo Edith Roberts, «a differenza di altri dissenzienti, che hanno affermato che non c’è uno stringente interesse del governo nel facilitare l’accesso alla contraccezione, Kavanaugh avrebbe stabilito che questo stringente interesse c’è, ma che il governo può raggiungerlo in altri modi».
In un terzo caso significativo ha sostenuto la libertà di espressione dei cristiani, dopo che la Washington Metropolitan Area Transit Authority aveva censurato una pubblicità dell’arcidiocesi di Washington, contenente le parole «Trova il regalo perfetto» e l’immagine dei pastori che seguono la stella indicante la nascita di Gesù. Viene purtroppo in generale esclusa la possibilità che Kavanaugh, se confermato dal Congresso, possa votare per la revoca della Roe contro Wade, la sentenza che nel 1973 ha introdotto l’aborto legale in tutti gli Stati Uniti (nel 2006, rispondendo a precisa domanda, ha detto che si sarebbe attenuto alla giurisprudenza della Corte suprema), ma nel mondo pro life ci sono più voci ottimiste sul fatto che possa votare in favore di restrizioni all’aborto, oltre a difendere la libertà religiosa.
ALCUNE VOCI PRO LIFE
Secondo Carol Tobias, presidente di National right to life, «la storia del giudice Kavanaugh, vista nel complesso, indica un’inclinazione a far rispettare i diritti davvero basati sul testo e sulla storia della Costituzione, lasciando la produzione legislativa nelle mani dei legislatori eletti». Tony Perkins, presidente del Family Research Council, ha detto che Kavanaugh rappresenta un argine rispetto al tentativo della sinistra, particolarmente aggressivo sotto la presidenza Obama, di erodere la libertà religiosa, ricordando una sua opinione a supporto delle «preghiere inaugurali». In attesa che si pronunci il Senato, dove i repubblicani hanno una maggioranza risicatissima di 50-49 (considerando l’assenza del senatore John McCain, in cura per un tumore), Lila Rose, fondatrice di Live Action, ha espresso il seguente auspicio: «Incoraggiamo Brett Kavanaugh a sostenere la Costituzione e supportare il più basilare dei diritti umani – il diritto alla vita – per tutte le persone. […] non vediamo l’ora che la più alta corte della nostra nazione riconosca la grande ingiustizia dell’aborto e finalmente sostenga il diritto alla vita di tutti gli esseri umani, nati e non nati».
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