Le posizioni estremiste e contrarie alla vita della vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, non fanno più notizia da tempo. Stiamo infatti parlando di una che prese le parti dell’abortista Planned Parenthood quando emerse la notizia dell’agghiacciante traffico di parti di feti abortiti e che, come anche il Timone ha più volte raccontato, incontra regolarmente associazioni e lobby abortiste per negoziare con loro strategie e contromisure, là dove ce ve ne sia bisogno.
Ciò tuttavia non toglie come in tanti siano rimasti di sale dopo l’intervento, di cui ha scritto anche il New York Post, tenuto dalla Harris alla Coppin State University di Baltimora, nel Maryland. Sì, perché in tale contesto si è lasciata scappare la seguente frase: «Quando investiamo in energia pulita e veicoli elettrici e riduciamo la popolazione, i nostri bambini possono respirare aria e bere acqua più pulite». Parole incredibili, ma c’è il trucco: la bravissima Kamala Harris si è sbagliata. Sì, si è trattato di un errore.
Infatti la vice di Biden – altro che di gaffe se ne intende – voleva dire «pollution» (inquinamento), e invece ha scandito la parola «population» (popolazione). Parole che suonano simili, ma dal significato profondamente diverso. Eppure non risulta che la Harris abbia rettificato chiedendo scusa, figuriamoci. Ci hanno dovuto pensare gli uffici della Casa Bianca a chiarire, diffondendo il testo che doveva essere letto e che recita un ben più sensato: «Quando investiamo in energia pulita e veicoli elettrici e riduciamo l’inquinamento, i nostri bambini…».
La cosa bella è che non è si tratta dell’ennesima gaffe della Harris nel giro di pochi giorni, dopo sue frasi che hanno attirato varie ironie sia sul tema dei trasporti, sia sull’Intelligenza Artificiale. Per quanto riguarda, tornando a noi, l’uscita sulla riduzione della popolazione, va comunque detto – diversamente da quanto riportato da varie fonti, che hanno subito osservato come lo scivolone della Harris abbia finito con l’alimentare le teorie del complotto – che sono decenni che in ambienti istituzionalmente autorevoli si parla di «ridurre la popolazione».
Prova ne sia, per esempio, il celebre progetto di pianificazione familiare ideato nel lontano 1969 da Frederick Jaffe, il primo presidente del Guttmacher Institute dalla sua fondazione, che prevedeva i seguenti suggerimenti per limitare a livello sociale la fertilità: «Ristrutturare la famiglia, posticipando o evitando il matrimonio; alterare l’immagine della famiglia ideale; educare obbligatoriamente i bambini; incrementare percentualmente l’omosessualità; educare a limitare la famiglia; controllare la fornitura di acqua potabile; incoraggiare la donna a lavorare».
Più recentemente, Marco Pannella propose come obiettivo il rientro dolce della popolazione mondiale a 2 miliardi. «Se non imbocchiamo subito la strada di un “rientro dolce” della popolazione del pianeta da 6 miliardi di persone più o meno alla metà nell’arco di 4 o 5 generazioni, di un secolo», scriveva nel 2006 il leader radicale, «continueremo ad esser travolti dallo tsumani natalista». Morale: la Harris avrà pure fatto un gran papera. Ma ha detto, in chiave green, qualcosa che in certi ambienti progressisti pensano purtroppo da decenni: ridurre la popolazione sarebbe un bene…. (Foto: Imagoeconomica)
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