Il Jovanotti che non t’aspetti. Questo viene da commentare leggendo la lunga intervista che il cantante ha rilasciato ad Aldo Cazzullo, pubblicata ieri in due paginate – 26 e 27 – del Corriere della Sera, e che, forse anche al di là delle intenzioni dello stesso intervistatore, si è rivelata ricca di considerazioni interessanti, alcune delle quali proprio politicamente scorrette. Sì, perché “Jova” – raccontando il suo profondo legame familiare con la Chiesa (suo padre, gendarme in Vaticano «devotissimo e democristianissimo», fece da autista a Madre Teresa, nome che il cantante ha poi non a caso dato a sua figlia) – si è lanciato in una piccola ma significativa apologia del credere. «Conviene credere», ha infatti dichiarato, «se non credi in Dio, in cosa credi? Nel mercato? Nella tecnologia? È bello credere, è bello pensare di essere figli di qualcuno».
Non è finita. Il cantautore è arrivato perfino a insospettabili apprezzamenti sulla liturgia: «Credo nell’assoluto più che nella dottrina. Ma fin da bambino mi affascinano la liturgia, i paramenti». Ancora, Jovanotti ha raccontato di quando oppose nientemeno che allo scrittore Roberto Saviano il rifiuto di cantare Imagine di John Lennon: «Una volta Saviano mi invitò in una sua trasmissione a cantare Imagine. Dissi di no. John Lennon è un grandissimo, ma non voglio cantare un mondo in cui non esista la religione». Quando Cazzullo ha poi chiesto al cantante un suo parere su Papa Francesco, ecco la risposta: «Il Papa è un monarca. Un’istituzione. Umanamente, Francesco mi piace, mi diverte, mi emoziona. Gli si vuole bene. Ma l’idea che la Chiesa si debba trasformare in una onlus non mi pare del tutto condivisibile. La Chiesa è trascendenza. È la presenza di Dio nella storia». Che dire, parole decisamente fuori dal coro, e non solamente, c’è da scommetterci, per i lettori del Corriere della Sera.
Merita di essere segnalato pure come Jovanotti ha commentato la scomparsa di Emanuela Orlandi – caso a cui il Timone ha dedicato uno speciale, lo scorso anno (qui per abbonarsi) – e diventato un cavallo di battaglia di molto anticlericalismo odierno: «Il caso Orlandi? La verità non la sapremo mai. Mio padre era convinto che Emanuela fosse stata vittima di un maniaco, e il Vaticano non c’entrasse nulla». Parole che certo non saranno piaciute ai tanti che immaginano il Vaticano al centro di chissà quali trame oscure. Beninteso: nessuno, qui, vuol santificare Jovanotti né farne un agnellino innocente, visto che tra l’altro è un artista che – per sua stessa ammissione – ha ricevuto inviti nientemeno che dal gruppo Bilderberg, prendendo parte a riunioni segrete. Dunque, ripetiamo, da parte nostra nessun elogio al noto cantante. Certo però che è bello leggere sulle colonne del principale quotidiano italiano, da parte di un cantante seguito da tanti giovani, parole di verità sulla Chiesa, che non si deve «trasformare in una onlus» perché «è la presenza di Dio nella storia». (Fonte foto: Imagoeconomica)
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