Dunque è successo: Joe Biden si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca. Lo ha comunicato nelle scorse ore lui stesso, spiegando che si tratta di «una decisione nell’interesse della nazione e del partito». Sarà. Sta di fatto che è la prima volta nella storia che un presidente americano lo fa a 100 giorni dalle elezioni e l’impressione è che (anche?) questa decisione di Biden sia stata, per così dire, più spintanea che spontanea. Dopo anni in cui assicuravano che scoppiava di salute, a seguito della figuraccia al primo dibattito con Donald Trump – in cui è emerso quello che solo i giornaloni, da tempo, fingevano di non vedere – i democratici hanno infatti letteralmente messo alla porta Biden: chiedendogli di ritirarsi, come ha fatto Nancy Pelosi, congelandogli i fondi elettorali, perfino – George Clooney docet – facendo fare appelli da parte delle star di Hollywood. Alla fine Biden ha ceduto alle pressioni del partito che guida, ma non è chiaro se questa possa essere davvero una buona notizia per i democratici.
Prima di tutto perché la candidata che ora dovrebbe farsi avanti – a seguito del pubblico endorsement fatto sempre nelle scorse da Biden – è la vicepresidente Kamala Harris, una che perfino il Corriere della Sera presenta come una «candidata “ineluttabile” che non piace a nessuno»; in secondo luogo, dietro il ritiro del Presidente Usa emerge un partito democratico divisissimo. Tanto che perfino un giornalista insospettabile di essere un simpatizzante di Trump, Alan Friedman, osservava sera ieri su Rete4 che, facendo ritirare Biden, i democratici pensano di aver aumentato le possibilità di vittoria mentre in realtà…rischiano di aver aumentato solo quelle di sconfitta. Al punto che ora la sola “speranza” dem sembrerebbe essere Michelle Obama…Staremo a vedere. Di certo, è difficile sottrarsi all’impressione che il ritiro del Presidente democratico uscente altro non sia che l’esito delle pressioni di un sistema cinico che prima l’ha usato a dovere e poi, quando si è dimostrato troppo fragile, l’ha scaricato. Senza tanti complimenti. (Foto: Imagoeconomica)
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