Grande gioia in Ungheria per il decreto con cui Papa Francesco ha riconosciuto il martirio di János Brenner, giovane sacerdote ungherese vittima della repressione comunista. L’atteso riconoscimento è arrivato proprio durante l’anno memoriale indetto dalla Diocesi di Szombathely per il 60mo anniversario della morte di don János.
János Brenner nacque il 27 dicembre 1931 a Szombathely (Ungheria). Ebbe altri due fratelli sacerdoti e fu ordinato il 19 giugno 1955. Svolse il suo ministero come vicario parrocchiale, attivo soprattutto tra i giovani. A quei tempi ciò fu considerato un peccato grave dal regime comunista e così decisero di eliminarlo. Durante la notte del 15 dicembre 1957 János Brenner venne chiamato d’urgenza ad un malato, ma si trattò di una vera e propria imboscata.
Sul tragitto dalla parrocchia di Rábakethely al vicino paese di Zsida venne assalito e ucciso con trentadue coltellate. Morendo, continuava a proteggere il Viatico, l'Eucaristia che portava con sé per il malato.
Quest’anno la sua diocesi di Szombathely lo commemora con diverse iniziative pastorali che culmineranno con la messa nel sessantesimo anniversario del martirio, il 15 dicembre 2017, vicino alla sua tomba nella chiesa di San Quirino a Szombathely. Da sempre la testimonianza pastorale e poi il martirio di János Brenner è stato una grande risorsa spirituale per i sacerdoti della sua diocesi come pure per i fedeli.