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Irlanda, simboli cristiani fuori dalla scuola
NEWS 13 Ottobre 2020    di Raffaella Frullone

Irlanda, simboli cristiani fuori dalla scuola

C’è preoccupazione in Irlanda per l’ennesimo tentativo di abolire il cattolicesimo dalla vita pubblica. Anche questa volta si passa dalle scuole. Gli istituti secondari statali sono in procinto di dover cancellare una serie di prassi e pratiche fino ad oggi abituali come la Messa per tutti nel giorno della consegna dei diplomi, l’esposizione di simboli cattolici e anche le visite di personalità delle Diocesi. A riportarlo è l’Irish Times.

Le nuove regole si applicheranno a più di 200 scuole secondarie gestite dallo Stato per l’istruzione e la formazione – ex scuole professionali – che sono ufficialmente classificate come «multidenominational». A dover essere eliminati «sono segni, immagini, celebrazioni» spiega Seamus Conboy, direttore dell’Education and Training Boards (ETB).

Secondo le nuove norme all’interno degli edifici scolastici i simboli religiosi esposti dovranno includere tutte le fedi e non una in particolare. Significa che una scuola che espone un presepe nel periodo natalizio dovrà allo stesso modo esporre anche i simboli islamici in occasione delle relative festività. È poi previsto che le scuole in questione non possano prevedere la formazione su una fede particolare, ma debbano limitarsi alla trasmissione di dati e nozioni relativi alle diverse religioni.

Gli insegnanti di religione potranno a loro volta essere formati soltanto da realtà o gruppi pienamente compatibili con lo spirito «multidominazionale» di una scuola ETB. L’unica autorità autorizzata a controllare l’insegnamento della religione sarà l’ispettorato del Dipartimento dell’Istruzione. Quanto alla partecipazione ad eventi scolastici contrassegnati da uno specifico rito o celebrazione religiosa, si spiega, dovrà essere su base opzionale e non, come accade ora, gestita con l’opzione di rinuncia eventuale.

Le norme in questione non si applicheranno invece a una categoria separata di 70 scuole ETB che hanno stipulato accordi vincolanti con la Chiesa cattolica – spiega sempre l’Irish Times – ma questo non basta per rassicurare, poiché è evidente la spinta a rimuovere il cristianesimo dalle vita pubblica è sempre più pressante.

Chi era convinto dunque che la legalizzazione dell’aborto in Irlanda fosse l’ultimo passo della secolarizzazione del Paese si sbagliava, l’obiettivo, come in gran parte dell’Occidente, sembra quello di voler radere al suolo tutto quel – poco – che resta del cattolicesimo. Per impedirlo, o almeno per rallentare questo processo, occorre una resistenza vera che prima di tutto sappia cogliere in questi piccoli segni la pressione senza precedenti del mondo. Vale lo stesso per quanto accade in Italia.


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