Doveva iniziare il 20 ottobre, ma le diverse positività al Covid e le quarantene hanno fatto sì che i capigruppo di opposizione ottenessero il rinvio di una settimana: ha preso avvio quindi solamente ieri, martedì 27 ottobre, alla Camera, l’esame del testo unificato contro l’omo-transfobia, noto come Ddl Zan, dal nome del relatore, il deputato Pd Alessandro Zan (foto a lato).
Su queste colonne abbiamo già dato ampio spazio ad articoli sull’argomento, andando ad analizzare le insidie nascoste dietro a quella che viene fatta passare come una “legge per l’uguaglianza” e mostrando anche il bavaglio che già ora viene messo a chi cerca, anche da sinistra o dal mondo femminista, di avanzare obiezioni motivate a contrasto dello stesso (si veda qui).
Ne pubblichiamo di seguito alcuni passaggi chiave (rimandando qui per una lettura integrale).
«[…] Il t.u. Zan <inoltre> prevede l’applicazione della sanzione penale per chiunque manifesti un pensiero ritenuto in contrasto con la teoria del gender. […] Se il t.u. Zan diventasse legge vi sarebbe dunque una grave compressione della libertà di manifestazione del pensiero, che riguarderebbe l’intera società, e in particolare gli ambiti nei quali vi è solitamente un confronto di idee e posizioni».
SCUOLE E LIBERTÀ DI INSEGNAMENTO SOTTO SCACCO
«Quello maggiormente coinvolto sarebbe la scuola, che andrebbe invece preservata da contaminazioni ideologiche, in ragione del suo ruolo di agenzia educativa per la formazione integrale dei giovani, e che verrebbe colpita, non soltanto per i limiti alla libertà di manifestazione del pensiero – a cui va ricondotta la libertà di insegnamento -, ma anche perché il t.u. Zan prevede l’istituzione della “Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” e la relativa organizzazione di “cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile” da parte delle amministrazioni pubbliche e anche nelle scuole.
[…] Se il t.u. Zan diventasse legge la libertà di insegnamento verrebbe svuotata dei suoi contenuti essenziali, ossia dell’autonomia didattica e della libera espressione culturale del docente. […] Ciò in violazione della libertà riconosciuta agli insegnanti dall’art. 33 Cost. ‒ l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento ‒, che trova la ratio nell’esigenza di garantire i docenti da costrizioni o condizionamenti da parte dello Stato (cfr. Corte cost. n. 77/1964), per salvaguardare il pluralismo e garantire agli studenti un ambiente scolastico aperto al confronto delle idee e rispettoso dei diritti fondamentali.
[…] qualora il t.u. Zan diventasse legge, potrebbero altresì determinarsi situazioni di disparità di trattamento fra gli insegnati, dal momento che alcuni – quelli favorevoli all’ideologia gender ‒ sarebbero liberi di manifestare il proprio pensiero in materia, mentre ad altri ‒ quelli in disaccordo con l’ideologia gender ‒ ciò sarebbe di fatto precluso per non incorrere in una sanzione penale».
RISCHI PER IL PRIMATO EDUCATIVO DEI GENITORI
«Se il t.u. Zan diventasse legge i genitori non potrebbero più invocare la loro libertà educativa per evitare l’introduzione nelle scuole di insegnamenti fondati sulla teoria gender […]. Tutto ciò determinerebbe una grave violazione dei diritti dei genitori in merito alle scelte educative riguardanti i figli, diritti riconosciuti dall’art. 30 Cost. e sanciti anche in ambito internazionale».
A PAGARE SONO NEL NUOVE GENERAZIONI
«Le limitazioni subite da genitori e insegnanti alle loro rispettive libertà e il timore da ambo le parti di esprimere liberamente il proprio pensiero per le ragioni sopra rappresentate potrebbero condizionare negativamente il rapporto di collaborazione scuola/famiglia, rendendolo più formale e distaccato.
Tutto ciò avrebbe delle ricadute anche sulla formazione dei minori in termini di impoverimento sotto il profilo culturale, relazionale e valoriale. […] Il pieno rispetto del diritto all’istruzione esige da parte dello Stato non solo la sua attivazione per assicurare l’accessibilità al sistema scolastico, bensì anche il suo impegno affinché sia garantita la qualità dell’istruzione, che si misura in termini di efficacia nel raggiungimento degli obiettivi previsti, a cominciare dal pieno sviluppo della personalità del minore, del senso della sua dignità e della sua capacità di critica».
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