Arrestate tre adolescenti cattoliche perché avrebbero commesso il “crimine” di voler diventare suore. Accade nel Madhya Pradesh (India centrale) dove, evidentemente, essere cristiani cattolici è considerato al pari di un reato. «Vogliamo che le nostre figlie vengano rilasciate immediatamente», ha detto a UCA News il 26 luglio scorso Prakash Baria, padre di una delle ragazze, arrestate niente meno che dalla Commissione per la Protezione dei Diritti dell’Infanzia. I genitori, infatti, chiedono perché il comitato per i diritti dell’infanzia non li abbia informati, prima dell’arresto, come è loro diritto; e perciò pretendono l’immediato rilascio delle loro tre figlie.
Le ragazze sarebbero state arrestate in seguito alla perquisizione in un ostello di una scuola cattolica, nel distretto di Jhabua. L’accusa rivolta alle due giovani è quella di aver manifestato pubblicamente la loro volontà di diventare suore e questo sarebbe stato interpretato dalle autorità governative come un tentativo di fare proselitismo – ha sottolineato il padre delle ragazze. Eppure, Baria mostra come l’accusa sia totalmente infondata: «Siamo un popolo che ha seguito la fede cattolica sin dai tempi dei nostri antenati. Perché, allora i nostri figli sono tenuti sotto la custodia dei funzionari di stato?». Peraltro, Samsun Makwana, un altro papà, si chiede in quale modo voler diventare suora ed esprimerlo a voce possa essere considerato un crimine.
Per questo, i genitori hanno annunciato a UCA News il 26 luglio la loro intenzione di intentare un’azione legale contro le autorità statali se le loro figlie non dovessero essere rilasciate. Tra le accuse, quelle rivolte contro l’ostello (per di più cattolico!) di aver violato le norme: «Un ostello scolastico è un posto dove si fa formazione o in cui tenere alunne che vogliono diventare suore?»- denunciano le autorità governative. Dunque uno spirito di aperta discriminazione che condanna la scelta della vita religiosa in quanto tale.
Eppure, di fronte ad una simile ingiustizia, le ragazze continuano a rimanere recluse: «Queste sono vere e proprie molestie», ha detto suor Pramila Toppo, responsabile dell’ostello e superiora del Convento delle Suore Missionarie di Ajmer- a UCA News ha sottolineato che «è un peccato che ragazze innocenti vengano trattate come criminali senza che abbiano alcuna colpa». Tanto più, ha continuato la superiora, che una simile angheria sembra configurarsi chiaramente come «il tentativo deliberato di offuscare l’immagine delle nostre istituzioni educative».
In realtà il provvedimento contro le due ragazze potrebbe aver preso le mosse dalla legge sulla libertà religiosa modificata nel 2021, proprio nel Madhya Pradesh, governato dal partito filo-indù Bharatiya Janata. L’inasprimento del decreto contempla la proibizione della conversione “illegale” da una religione all’altra mediante l’uso di false dichiarazioni, forza, influenza indebita, coercizione, qualsiasi altro mezzo fraudolento e adescamento. Coloro che trasgrediscono rischiano una pena detentiva fino a 10 anni. I leader cristiani, tuttavia, affermano che la legge viene spesso utilizzata per prendere di mira i cristiani stessi nelle aree più remote dello Stato.
«La frequenza degli attacchi contro i cristiani è drasticamente aumentata da quando la legge è stata modificata», ha affermato Daniel John, leader cattolico che opera a Bhopal, capitale dello stato. «Sia il comitato federale, sia quello statale per i diritti dell’infanzia» – continua nella sua denuncia- «hanno perquisito scuole, ostelli e orfanotrofi gestiti dalla Chiesa, attraverso ispezioni a sorpresa, lanciando false accuse contro preti, suore, membri del personale e persino vescovi». Il perché è presto detto: i cristiani costituiscono lo 0,29% degli oltre 72 milioni di abitanti nel Madhya Pradesh, di cui, la maggioranza, tutti indù (Fonte foto: Pexel)
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