Un’ondata di anticattolicesimo è quella che sta travolgendo la Francia, ormai da tempo. Si pensi solo allo stato di abbandono in cui versano le chiese cattoliche, il cui mantenimento spetta allo stato, lasciate bruciare o destinate a rimanere chiuse. Ma il dogmatismo laicista si è spinto ben oltre, fino alla rimozione e al divieto dei simboli religiosi. Dal marzo 2004, per legge, «nelle scuole, nei collegi e nei licei pubblici è vietato portare simboli o tenute con cui gli allievi manifestino in modo ostentato un’appartenenza religiosa».
Non se la passano bene nemmeno le statue che simboleggiano la cultura e la fede cristiana: nel mirino dei talebani del laicismo vengono spesso eliminate senza pietà. Com’è accaduto nel marzo 2022 nel comune di La Flotte-en-Ré, dove i giudici del tribunale amministrativo di Poitiers hanno accolto il ricorso di un’associazione laicista che ha chiesto di rimuovere una statua della Madonna, donata al comune nel 1945.
Ultimamente è toccata ad una statua raffigurante l’Arcangelo Michele, ma qui il paradosso è che la scultura campeggiava nella piazzetta dell’omonima parrocchia. È accaduto nella città di Les Sables-d’Olonne in Vandea. La decisione emessa dalla Corte d’Appello di Nantes, ha scatenato il malcontento e la protesta dei cittadini. Infatti, durante un referendum popolare sulla questione, voluto dal sindaco della città Yannick Moreau, lo scorso marzo, il 90% dei partecipanti si era dichiarato contrario all’eliminazione dell’effigie.
Secondo la sentenza, sebbene la statua si trovi nel piazzale di una chiesa, «la piazza su cui è stata collocata la statua non è un edificio adibito al culto», deve essere rimossa secondo le leggi sulla laicità dello stato, del 1905. Ma stavolta i fedeli non sono stati a guardare e, capeggiati dal primo cittadino hanno portato la faccenda – secondo quanto afferma Le Figaro – fino al Consiglio di Stato, che è la corte suprema per la giustizia amministrativa in Francia, annunciando battaglia legale.
Le proteste continuano. Evidentemente non se ne può più della cancel culture che, in nome del politicamente corretto, finisce, di fatto, per promuovere una visione tutt’altro che neutra della vita, della realtà, della cultura. E allora ci si chiede che ne sarà dell’effigie dell’Arcangelo, se san Michele oltre al principe di questo mondo, affronterà e vincerà anche le potenze oscure del pensiero unico. Certo è che non era mai capitato che un angelo finisse in tribunale..
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