Maria Teresa Bellucci (foto in evidenza), psicologa e psicoterapeuta, oggi deputata di Fratelli d’Italia, è stata incaricata da padre Fabio Baggio, sottosegretario della Santa Sede al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, di offrire il suo contributo rispetto al tema della tutela dei minori. L’abbiamo contatta telefonicamente per porle alcune domande.
Deputata Bellucci, il mondo dell’infanzia, specie quella più in difficoltà, è da anni al centro del suo interesse personale, con servizi di volontariato in tal senso, ma anche di psicologa e psicoterapeuta, nonché ultimamente della sua attività politica, essendo lei Capogruppo per FdI della Commissione Affari Sociali, Capogruppo della Commissione Bicamerale straordinaria Infanzia e anche Adolescenza e anche Capogruppo della Commissione d’inchiesta sugli affidi illeciti di casa-famiglia. In tal senso, si può dire che la nomina della Santa Sede era nell’aria?
«Come ha detto, mi sono sempre occupata di tematiche legate alla protezione dei più fragili, e in particolare l’attenzione ai minori è sempre stata preminente nella mia vita perché a mio modesto giudizio non ci sono persone più fragili di loro, che hanno sempre bisogno di adulti che rappresentino i loro bisogni e diritti. E questo certamente nel mio lavoro come psicologa e psicoterapeuta, ma anche nel mondo del terzo settore, con il volontariato e l’associazionismo. Una volta che sono diventata deputato di Fratelli d’Italia non ho fatto altro che continuare a proporre questo mio impegno nei contesti in cui mi veniva data occasione e opportunità e con gli strumenti che essere parlamentare dà l’occasione di poter utilizzare, quindi anche attraverso la proposta di provvedimenti che riguardavano il tema dell’infanzia, della tutela, o con riforme della legge, piuttosto che anche con proposte di legge; mi sono anche occupata di affidi illeciti, con le note situazioni legate a Bibbiano o Massa Carrara.
Penso che, a fronte di questo, delle persone che ho incontrato, dei diversi contesti in cui ho operato e mi sono messa a disposizione, ma anche delle battaglie che ho fatto in Parlamento, anche negli incontri che ci sono stati con realtà come quella del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale si sia pensato che io potessi mettere a disposizione le mie conoscenze e le competenze che ho acquisito negli anni. Quindi ho accettato questo incarico con enorme piacere e onore e ritengo che sia anche un’attestazione di stima nei miei confronti, e questo sì mi ha colto con la gioia che penso sia caratteristica di un tale incarico».
Lei è cattolica?
«Assolutamente sì, sono cristiana e cattolica. Ho fatto tutti i sacramenti e il mio percorso di fede mi ha sempre accompagnata e aiutata a riflettere, a comprendere, a cercare di dare risposte ai dubbi che si presentano nella vita…».
Quali sono i mali, le violenze, le problematiche che oggi affliggono i più piccoli?
«Guardi, sono purtroppo tante, ma una delle problematiche che mi ha colpito in modo particolare, parlando a livello nazionale, e che credo che debba assolutamente cambiare in Italia, riguarda la negazione dell’ascolto del minore: ascolto da cui parte la tutela dei suoi bisogni e del suo superiore interesse. Infatti, l’Italia ha sottoscritto la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, nel 1991, che prevede tra i diritti che vanno riconosciuti a ciascuna persona di minore età quella di essere ascoltata per tutte le decisioni che riguardano la sua vita, ma nel contempo ha anche una legge che prevede l’obbligo dell’ascolto del minore, in sede giudiziaria, solo a partire dai 12 anni, mentre sotto questa età è a discrezione del giudice. Quindi tutte le scelte che riguardano il minore non prevedono oggi, in Italia, fattivamente, l’ascolto del minore – ovviamente con modalità che possano garantire e favorirne la migliore espressione e la migliore comprensione dei suoi bisogni, pensieri e desideri».
Cosa pensa sia possibile fare concretamente, in collaborazione con la Santa Sede?
«Il mio incarico, e anche il lavoro che si prefigge il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, è quello più ampio di poter da una parte comprendere e mettere in evidenza le violenze che riguardano le persone di minore età, e poi quello di elaborare delle raccomandazioni per tutte le istituzioni competenti a livello sovranazionale ed europee affinché il minore sia tutelato e sia riconosciuto concretamente il suo superiore interesse».
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