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Il sindaco: «Non celebrerà mai unione tra gay». E Facebook gli chiude la pagina
NEWS 13 Luglio 2016    

Il sindaco: «Non celebrerà mai unione tra gay». E Facebook gli chiude la pagina

di Natascia Celeghin

 

ROVIGO. Il mondo dei social, e non soltanto, è infuriato con il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin, al quale Facebook ha chiusa d’ufficio la pagina personale. Il primo cittadino leghista del capoluogo polesano ora è presente su Fb soltanto in relazione alla sua carica pubblica. Bergamin ha sollevato un polverone con le sue dichiarazioni contro la celebrazione delle unioni civili tra omosessuali. L’indignazione è corsa tra i suoi concittadini ma anche nel resto d’Italia. A infastidire così tanto, più che le sue posizioni già note sul «no» alla celebrazione dei matrimoni tra persone dello stesso sesso (espresse quando venne approvata la legge Cirinnà), è stato soprattutto il modo con il quale ha rimarcato la sua opposizione attraverso Facebook.

Bergamin ha pubblicato sulla sua pagina Fb un articolo uscito domenica sul quotidiano La Repubblica, che riportava una sua intervista in materia di unioni civili: «La Famiglia può essere solo una: l’unione tra un Uomo e una Donna. E se un bel giorno si presentassero in tre? E se qualcuno viene qua con un cavallo e vuole sposare quello? Mai è poi mai, con la fascia da sindaco, celebrerò un matrimonio tra due persone dello stesso sesso. Ci sono problemi più importanti da affrontare», ha dichiarato nell’intervista Bergamin, che si detto pronto «a fare obiezione di coscienza e a delegare qualcun altro per le celebrazioni delle unioni civili ». Bergamin ha fatto sapere che, in ogni caso, in 12 mesi di mandato, lui ha celebrato un solo matrimonio civile.

Affilati e diretti molti dei commenti degli utenti che seguono il primo cittadino su Facebook, contrariati e delusi per una posizione cosi netta. Un clima talmente rovente quello raggiunto sul social network che, a seguito di segnalazioni di alcuni utenti ai vertici di Facebook, la pagina personale di Bergamin è stata chiusa e non è più visualizzabile. «Io non ho chiuso nessuna pagina. Ma è chiaro come una simile censura dimostri come l’espressione e la libertà di pensiero non vengano rispettate. Nessuno ha detto che la legge non verrà rispettata», ha replicato Bergamin. «Con Bergamin si torna al Medioevo, le sue affermazioni sono molto gravi», attacca l’onorevole polesano del Pd Diego Crivellari. «Bergamin è irrispettoso, deve tenere a mente che è un pubblico ufficiale e deve rispettare le leggi approvate dallo Stato» critica Tosca Malagugini, segretaria del coordinamento comunale del PD di Rovigo. «Parole non degne di un contesto di civiltà, il sindaco dovrebbe scusarsi e con tutti indistintamente » stigmatizza Andrea Borgato, consigliere comunale e presidente del gruppo Bachelet. Da Roma arriva intanto la provocatoria proposta di Andrea Vecchio, deputato siciliano di Scelta Civica: «Se il sindaco mi dà la delega per celebrare i matrimoni gay, vado io a Rovigo».