Ad essere garbati, la fede cattolica di Joe Biden potrebbe essere definita “antologica”. Il secondo presidente cattolico della storia USA sceglie infatti quali verità e principi siano vincolanti per lui e a quanto pare, dalle sue uscite pubbliche più recenti, da questi rimane escluso il quinto comandamento che vieta di uccidere. Dirette e inequivocabili sono state in merito le parole del vescovo Thomas Paprocki (diocesi di Springfield, Illinois) che, in un video pubblicato pochi giorni fa sul canale YouTube della diocesi, lo ha accusato di prendere in giro la nostra fede cattolica facendosi il segno della croce prima di spendersi in un discorso a promozione dell’aborto. «Abusare di questo gesto sacro è fare una presa in giro della nostra fede cattolica. Fare il segno della croce è uno dei gesti più profondi che un cattolico può fare nel mostrare riverenza per la morte di Cristo sulla croce e la fede nella Santissima Trinità mentre ci firmiamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo», ha detto Paprocki.
La battaglia sull’aborto è sempre un fronte caldo e spesso viene usata in modo strumentale in campagna elettorale. Per Biden è soprattutto una postazione privilegiata dalla quale attaccare il rivale. Ha detto in una nota riferendosi alla stretta sull’accesso all’aborto in Florida che «c‘è una persona responsabile di questo incubo: Donald Trump.» Peccato che i bambini abortiti siano politicamente neutrali ed equamente inclini a morire per rimozione chirurgica o soppressione chimica a prescindere dallo schieramento di chi cerca voti sulle loro debolissime spalle. Leggiamo su Cna ciò che è avvenuto e che si vede chiaramente in questo breve video Instagram di 40dayforlife (vedi sotto): «durante la manifestazione, la presidente del Partito Democratico della Florida Nikki Fried ha detto che quando DeSantis ha deciso di candidarsi alla presidenza, “15 settimane non erano abbastanza buone; abbiamo dovuto arrivare a sei settimane”, a quel punto Biden ha fatto il segno della croce in apparente disapprovazione delle leggi pro-vita. »
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Peccato – o per fortuna – che lo stesso Joseph abbia a disposizione una sola vita e una sola anima da salvare. Il vescovo di Springfield ha infatti approfondito, in un podcast, la gravità della posizione di Biden, «dicendo che sta “schernendo il gesto” del segno della croce perché lo stava facendo “per promuovere qualcosa di malvagio, e questo è ciò che lo rende sacrilegio”.» L’anziano presidente espone sé stesso a seri rischi spirituali perché il suo aperto sostegno all’aborto è una violazione e un rifiuto almeno parziale del quinto comandamento; è come se dicesse che va bene uccidere un bambino nell’utero materno. La materia è grave, l’avvertenza di quanto sta sostenendo è difficile immaginare che gli sfugga. Sul mistero della libertà del suo consenso personale non si può dire nulla, da fuori. Nemmeno il vescovo ha attribuito al presidente condizioni di eresia, scomunica o apostasia, anche se ha affermato che ci sarebbero le condizioni per un processo canonico, che dovrebbe avvenire sotto l’autorità del suo vescovo, nell’arcidiocesi di Washington, Wilton Gregory. Proprio l’arcivescovo della capitale a commento della stessa vicenda si è così espresso su Face the Nation della CBS : «Direi che ci sono cose, specialmente in termini di problemi di vita, ci sono cose che [Biden] sceglie di ignorare». La vita richiede di essere difesa sempre, dall’inizio alla fine, non è possibile scegliere: «O sei uno che rispetta la vita in tutte le sue dimensioni, o devi farti da parte e dire: “Non sono pro-life”.»
A questo punto non si capisce in nome di cosa una persona, sia pure molto potente, continui a definirsi cattolica: «Anche il presidente degli Stati Uniti è vincolato dalle verità rivelate da Dio»– ha aggiunto il prelato durante il podcast .«Viviamo in un’epoca di relativismo in cui la gente pensa ‘beh, tu hai la tua verità e io ho la mia verità’, [ma] c’è davvero una sola verità rivelata da Dio». Queste cristalline affermazioni, da molti connotate come “coraggiose” e non dovrebbero esserlo, possono urtare la sensibilità di una larga maggioranza; il che non avviene perché abbiano in odio gli assoluti, bensì per il fatto che si tratta di un assoluto diverso da quello insidioso e largamente digerito del relativismo dominante. C’è da stare certi che il vescovo Thomas John Paprocki non cederà il passo a chi intende confondere o tradire la perfezione della fede, ha l’andatura del maratoneta e sa, come ha scritto nel libro pubblicato per le edizioni Il Timone, che La vita è una corsa. (Fonte foto: Instagram 40dayforliefe, Screenshot)
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