Lars Ekblad, già cappellano protestante della KFOR in Kosovo, sposato, per 40 anni è stato pastore della Chiesa di Svezia, luterana, animato da una fede ardente che però ha visto attorno a sé morire.. Per questo ha cambiato vita, convertendosi al cattolicesimo alla fine dell’anno scorso. «Penso», dice oggi, «che chiunque ascolti la voce del Signore e sia disposto a seguirlo diventerà cattolico». Quando lo ha fatto lui, sua moglie ha detto: «È tutta la vita che lo so ».
La presenza cattolica in Svezia è fatta di sole 43 parrocchie e appena 140mila fedeli (su 9 milioni e mezzo di abitanti, di cui il 67,5% aderisce allo sfascio luterano e il 18,5% si dichiara ateo o agnostico), capitanati da un solo vescovo (è così ininterrottamente sin dalla Riforma protestante), quello della capitale Stoccolma, mons. Anders Arborelius. Il quale ha come concorrente la “vescova” luterano Eva Brunne [nella foto, al centro], donna (non la prima a ricoprire quell’incarico) e lesbica militante (la prima a ricoprire quell’incarico), la quale, con mitria e pastorale, è il primo “vescovo” svedese a figurare nel registro civile delle unioni omosessuali essendo “sposata” dal 2001 con Gunilla Lindén, un’altra donna-prete. Nel 2006 la loro unione è stata benedetta ufficialmente dalla Chiesa di Svezia e oggi la coppia ha pure un figlio.