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«Il Natale è un Mistero perché l’essenziale è invisibile agli occhi»
NEWS 23 Dicembre 2022    di Manuela Antonacci

«Il Natale è un Mistero perché l’essenziale è invisibile agli occhi»

La nascita del Salvatore, ormai vicina, ci interroga sul senso profondo di questa Festa, esaltata da un lato, in un puro delirio consumista e osteggiata dall’altro, con tutti i suoi simboli, dalla furia laicista. Ne abbiamo parlato con monsignor Nicola Bux, docente alla facoltà teologica pugliese, già collaboratore di Benedetto XVI, durante il suo pontificato, come consultore della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, della Congregazione per la Dottrina della Fede, della Congregazione per le cause dei santi nonché dell’Ufficio delle celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice.

Don Giussani diceva che il Natale è il mistero della tenerezza di Dio, che ne pensa? «Le religioni del mondo arrivano al più a proporre che l’uomo si “in-dii”, diventi dio, come scrive Platone. Delle due religioni monoteiste, l’Islam, ritiene Dio irraggiungibile, astratto come gli arabeschi della cupola di una moschea; l’Ebraismo attende un Messia, i cui connotati non sono chiari. Invece S. Giovanni afferma, nel celebre primo capitolo del Vangelo, che si legge nella Messa del Giorno di Natale: “Dio, nessuno l’ha mai visto, l’Unigenito Dio, che è nel seno del Padre, proprio lui ce l’ha rivelato (in greco: ekeinos exighisato): letteralmente: proprio lui ne ha fatto l’esegesi, ce l’ha fatto conoscere. Perché? Dio ha tanto amato il mondo” – frase che in ebraico, va intesa: ha un amore viscerale – da mandare il suo Figlio a salvarci dal peccato. Questa è la tenerezza. Sì, è il Mistero del Natale, non solo, ma semplicemente l’Evento cristiano. Mistero significa, dal greco, un fatto che per comprendere, bisogna chiudere gli occhi. L’essenziale, infatti, è invisibile agli occhi(A.de Saint-Excupery, Il piccolo Principe)».

Il Papa ha elencato 5 impegni concreti improntati all’ amore verso il prossimo, per aprire il cuore a Gesù che viene. E su noi stessi, invece, che lavoro dobbiamo fare? «Dobbiamo imitare la condiscendenza del Figlio di Dio, che ha accettato “un corpo preparato”(cfr salmo 39) per lui nel seno della Vergine, cosa che è già un sacrificio: l’incarnazione, prima della redenzione sulla croce, è un sacrificio. Dio che diventa uomo, è una umiliazione, come se un uomo divenisse animale. Una cosa inaudita! Dobbiamo imitarlo, abbandonando l’autosufficienza e facendoci macinare come i chicchi di grano nell’unico pane che è l’Eucaristia e la comunione fraterna. Se invece restiamo soli, non porteremo frutto e moriremo. Dobbiamo imitare i primi cristiani: assidui nell’ascoltare l’insegnamento, il catechismo, nel cercare sempre l’unione con i fratelli nella fede, nel partecipare alla Messa, nel pregare sempre».

Natale è il mistero della tenerezza di Dio, ma oggi c’è anche una lotta senza quartiere contro tutti i simboli della nostra tradizione cristiana. Dal crocifisso, rimosso da aule, palazzi di giustizia, fino al presepe, in alcune scuole quasi vietato. Perché secondo Lei? «Prevale l’ideologia dell’uomo che si fa dio, e arriva a voler decidere quando dare e togliere la vita, persino a determinare il sesso; insomma, vuole a tutti costi la vita (fecondazione artificiale, maternità surrogata…) e nello stesso tempo procura la morte (aborto, gender, eutanasia, …): una schizofrenia. Quella ideologia comporta violenza e rifiuto dell’amore disinteressato del Dio Bambino di Betlemme che apre le braccia, come del Dio Uomo del Calvario che pure apre le braccia, con l’unico fine di attirare a Sé, di invitare a fare come Lui. Prima o poi, viene il momento per capire il significato e il cuore dell’uomo si apre. Molto dipende dalla testimonianza che noi cristiani siamo disposti a dare costantemente, rispondendo alla violenza e al rifiuto, con l’amore e l’obbedienza, cioè essere uniti in questo che è la parte migliore, appartiene alle cose necessarie in cui deve prevalere l’unità».

Assistiamo anche ad una manipolazione del Natale per fini commerciali. Un suggerimento, allora, per non cadere nella banalizzazione di una Festa dal significato così profondo. «Non sanno quello che fanno: è una manipolazione in buona parte inconsapevole, ma emblematica: le luci che adornano il Natale sono sintomo del bisogno di Luce, di Verità che gli esseri umani hanno e non di rado invocano. Il Signore è venuto per questo. Perciò, i cattolici consapevoli, devono farne un’occasione per annunciare la venuta e la presenza di Colui che ha assicurato: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo». (Foto: VisualHunt)

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