Se pensavate di averle sentite tutte, beh, vi sbagliavate. L’ultima arriva dal Canada ultraprogressista di Justin Trudeau dove si è giunti a definire il Natale – così come la Pasqua – feste cristiane che «discriminano le minoranze religiose». Non è uno scherzo, purtroppo, bensì quanto contenuto di un documento della Commissione canadese per i diritti umani (Chrc) che pare eufemistico definire surreale. Talmente surreale che il solo modo per raccontare questa presa di pozione è riprendere integralmente il testo in questione, laddove afferma testualmente:
«La discriminazione contro le minoranze religiose in Canada è radicata nella storia del colonialismo canadese. Questa storia si manifesta nell’attuale discriminazione sistemica religiosa. Un esempio chiaro sono le festività legali in Canada. Le festività legali legate al cristianesimo, inclusi Natale e Pasqua, sono le uniche festività legali canadesi legate ai giorni sacri religiosi. Di conseguenza, i non cristiani potrebbero dover richiedere occasioni speciali per osservare i loro giorni festivi e altri periodi dell’anno in cui la loro religione impone loro di astenersi dal lavoro».
Tali parole, contenute nel Discussion Paper on Religious Intolerance – questo il nome esatto del documento in questione -, sono talmente forti da aver fatto saltare sulla sedia, ed è tutto dire, lo stesso Parlamento canadese. Prova ne sia il voto, di cui ha dato conto il Christian Post, con cui il 30 novembre scorso, la Camera Bassa del Parlamento ha ritenuto di prendere le distanze da ogni estremizzazione. La cosa più curiosa, se non comica, è stato il dibattito apertosi in tale circostanza, un dibattito che la dice lunga sul livello intellettuale cui si sta riducendo la politica dell’Occidente.
Ad un certo punto, infatti, il deputato Alain Therrien ha posto tale domanda al primo ministro: «Mi chiedo: Babbo Natale è razzista? Mi chiedo inoltre se la neve sia diventata razzista, signor Presidente. Secondo il primo ministro, il Natale è forse razzista?». «Sono molto lieto di alzarmi e provare a rispondere a una domanda totalmente ridicola», è stata la replica di Trudeau, il quale ha pure aggiunto: «Ovviamente il Natale non è razzista». E certo che non lo è, verrebbe a dire. Ma solo il fatto che qualcuno lo insinui dice in realtà poco anzi nulla del Natale, ma tanto, come si diceva, del collasso intellettivo cui conduce l’ideologia progressista (Fonte foto: Imagoeconomica)
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