Il dottore Wim Distelmans è un combattente, per molti un vero eroe di quel Belgio “cattolico” che continua a registrare il boom dei casi di eutanasia. Nel 2013 ha ucciso due gemelli 40enni solo perché questi, sordi dalla nascita, temevano di diventare pure ciechi, perdendo autonomia. Nello stesso anno, «perché soffriva troppo psicologicamente», ha ucciso anche Nancy Verhelst, un transessuale diventata Nathan e odiata da quei suoi genitori un bel po’ paranoici «che volevano un maschio» e che per ciò da piccola la segregavano. È la star della “buona morte”, il suo paladino impavido. Da dieci anni presiede la Commissione incaricata di controllare eventuali abusi della legge belga sull’eutanasia, in vigore dal 2002, quella che di recente è stata estesa anche ai bimbi senza che peraltro moltissimi si siano stracciati le vesti. Nonostante gli abusi della legge dimostrati da diversi rapporti autorevoli, la sua Commissione non ha mai riscontrato nemmeno l’ombra di una irregolarità. Anche se la legge – quella legge pur iperpermissiva e aberrante del Belgio – lui lo ha per ben due volte colto in castagna per eutanasie illegali.
Ebbene, dall’ 8 al 10 ottobre prossimi "l'eroe" sarà in Polonia per un viaggio di studi da lui steso organizzato. Ad Auschwitz, il famigerato campo di sterminio allestito da quei nazionalsocialisti che l’eutanasia l’adoravano. Perché lì? Perché Distelmans lo ritiene un ambiente «stimolante» nel quale si può «sgombrare il campo dalla confusione intorno all’eutanasia». Siccome, spiega il medico, «all’interno del problema globale del fine vita ci troviamo continuamente ad affrontare il dolore esistenziale, la questione del significato, dell’introspezione, della dipendenza, dell’autonomia e soprattutto della dignità (o indegnità)», «ci è sembrato più che logico organizzare il nostro prossimo viaggio studi in un luogo che rappresenta il simbolo per eccellenza di un fine vita indegno per l’uomo: Auschwitz, il campo di sterminio nazista in Polonia. Questo luogo ci sembra adatto per ispirare la riflessione».
Distelmans è un vero guru: fa le stesse cose dei nazisti ad Auschwitz, ma le fa senza sporcare per terra.