Domenica scorsa un programma (“Fantastico”) sulla più importante emittente televisiva brasiliana (“O’Globo”), ha dedicato una puntata al tema dell’infanticidio fra alcune tribù dell’Amazzonia, ovvero la soppressione di bambini appena nati con handicap o malformazioni fisiche.
Un progetto di legge che intende sradicare questo fenomeno è già stato approvato da due commissioni della Camera federale e si avvia verso l’approvazione definitiva. Contro di esso si battono però diversi antropologi, in difesa della tutela della cultura e delle tradizioni dei popoli indigeni. Per uno di essi, José Pacheco, «non è possibile attribuire all’infanticidio un elemento crudeltà. Chi nasce con deformità fisiche o disabilità troppo grandi, sarete destinato a essere socialmente marginale».
Una considerazione sinistra, ma perfettamente in linea con la cultura odierna dell’aborto. Che altro non è che un ritorno alla barbarie, sotto le vesti del progresso.