L’uscita del ministro della Salute della Germania Karl Lauterbach – che nel lamentarsi per le elevate temperature italiane, ha detto che il nostro turismo non avrebbe futuro se non nelle chiese usate come celle frigorifere («Il turismo qui non ha futuro, fa troppo caldo. Usate le chiese come celle frigorifere», le sue esatte parole) -, non poteva lasciare indifferenti i sacerdoti. Di certo non ha lasciato indifferente don Pierre Laurent Cabantous, attivo in questi giorni nel promuove una petizione per chiedere che il suo Comune conferisca a Giovannino Guareschi la cittadinanza onoraria. Don Pierre, il “don Camillo di Cervia”, è non a caso stato invitato dal Timone al Meeting di Rimini per confrontarsi con uno che potrebbe essere un “Peppone dei nostri tempi”, il comunista Marco Rizzo. Ci sarà da divertirsi. Intanto, abbiamo contattato il sacerdote per sondare il suo pensiero sulla sparata di Lauterbach.
Don Pierre, che cosa ne pensa dell’uscita del Ministro tedesco? Non è offensiva verso il nostro turismo e le nostre stesso chiese? «Penso che, se c’è qualcuno che ha bisogno di rinfrescarsi le idee, è proprio il Ministro tedesco, e se c’è bisogno di una cella frigorifera, forse, è per il suo cervello e per la sua lingua. Perché la sua affermazione non è offensiva solo verso il turismo, evidentemente. Quello che gli auguro è invece di entrare in una chiesa e, chissà, forse avverrà il miracolo che gli rinfrescano le idee, appunto».
A Cervia com’è la situazione? Anche da voi si avvistano turisti che, come il ministro tedesco, in chiesa trovano respiro? «A Cervia, giusto per dire la situazione, in Duomo abbiamo cinque messe festive, poi se vogliamo addirittura otto – se aggiungiamo le tre nelle vicina chiesa di san’Antonio, quindi otto in totale. Io noto che in chiesa, più che provare refrigerio e respiro a livello fisico, che molti trovano un grande respiro a livello spirituale, che li aiuta ad affrontare le circostanze quotidiane, come può essere anche il caldo».
Ma ci sono anche dei turisti che, al di là delle messe, entrano nelle chiese per ammirarne le bellezze e magari pure per lo stesso fresco? «Sì, certo, ce ne sono. C’è una grande affluenza di turisti. Direi che quest’anno siamo tornati ai livelli pre Covid, insomma».
Ora faccio l’avvocato del diavolo: le chiese però sono effettivamente spesso fresche. E se, grazie a questo, qualche turista ma non solo trovasse l’occasione, entrandoci, per tornare a pregare? Mai dire mai…no? «Sì, è così. Mi viene in mente l’incontro di Gesù con la samaritana. Anche lì faceva molto caldo, era proprio l’ora più calda: era mezzogiorno. E Gesù chiese da bere e sappiamo bene che la samaritana rimase sorpresa di questo invito di Gesù, ma Gesù le disse: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Ecco, io mi auguro che accada, per chi entra in chiesa anche solo occasionalmente, l’esperienza della samaritana, di poter trovare la sorgente d’acqua viva che zampilla per la vita eterna”».
A proposito di ingressi in chiesa che cambiano le vite, c’è anche l’esperienza di André Frossard…«Sì, lui, un po’ spazientito, entrò in chiesa a cercare un amico che tardava. Il suo sguardo si fissa non sul Santissimo, che era esposto, ma sulla seconda candela a destra e sente questa voce: “Vita spirituale”. E da lì dice sono uscito dalla chiesa “Cattolico, apostolico, romano”».
Chissà, dunque, che qualche nuovo André Frossard non capiti questa estate…«Sì, qualche nuovo André Frossard, che tra l’altro è cittadino onorario di Ravenna».
Non lo sapevo. «Sì, ha scritto Il vangelo secondo Ravenna. Cito al riguardo alcune sue parole, che l’altro giorno ho postato su anche su Facebook: “Ravenna (…) è una visione profetica di ciò che sarà il mondo quando Cristo avrà finito di salvarlo, un mondo riconciliato, trasfigurato dalla luce, che è il colore della carità divina. Se cercate l’arte andate a Firenze, se inseguite il sogno andate a Venezia, se cercate la gloria la trovate a Roma, ma se vi interessa la vostra anima e il vostro destino venite a Ravenna Nel suo incantesimo di terracotta, l’acqua pura della contemplazione è a Ravenna”. Sono le parole con cui Frossard accolse San Giovanni Paolo II a Ravenna nel 1986». (Foto: Pexels.com)
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