La lucida, severa presa di posizione del Presidente della Cei, Bagnasco, all’Assemblea dei vescovi italiani sulla legge delle Unioni Civili ha messo in evidenza quale strana creatura bicefala sia diventata la Conferenza Episcopale.
Perché se da una parte abbiamo il suo Presidente a sottolineare impietosamente le trappole e i ganci contenuti nella legge sulle Unioni Civili approvata con un atto di forza e senza dibattito; trappole e ganci evidenti sin dall’inizio, ma che la stragrande maggioranza dei parlamentari cosiddetti, o soi disant, cattolici non hanno voluto vedere; dall’altra abbiamo un Segretario Generale che a fronte di un provvedimento dirompente limita la critica al flebile lamento sull’imposizione del voto di fiducia da parte del governo, e altrettanto flebilmente lamenta che la famiglia dovrebbe essere trattata meglio.
Mentre i suoi house organ, come il quotidiano dei vescovi, arrivano alla gaffe clamorosa di negare il diritto all’obiezione di coscienza, per essere sconfessati dalla più recente intervista del Pontefice il giorno dopo. O rimproverano quelli fra i cattolici che – a fronte del Referendum costituzionale dell’autunno – giustamente temono una deriva autoritaria più marcata, e propongono il “no”.
In cambio di che cosa, non lo sappiamo. Ma i piatti di lenticchie non mancano mai. E forse c'è anche chi si illude di burattinare, e finisce burattinato…
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