La grande riforma sociale di Emmanuel Macron girerebbe intorno all’eutanasia. Il «diritto a morire con dignità» l’aveva già promesso in campagna elettorale e ha ora annunciato che il Consiglio economico, sociale e ambientale (Cese) istituirà una convenzione cittadina per discutere di una possibile legge sull’eutanasia. Qualcosa si era mosso il 13 settembre quando il Comitato etico consultivo nazionale (Ccne) aveva pubblicato un parere sul tema del fine vita, secondo cui esisterebbe «una via all’applicazione etica dell’aiuto attivo a morire», ma nel rispetto di «un rigido quadro normativo».
Il giorno prima, Emmanuel Macron aveva affermato: «Sono convinto che dobbiamo muoverci perché ci sono situazioni disumane che persistono e alle quali dobbiamo dare risposte». Così la Francia si avvia, attraverso un dibattito «calmo e ragionato», come piace definirlo al Presidente, a sdoganare l’eutanasia in coda dietro al Belgio.
Ci sono ancora degli ostacoli. A due settimane dalla pubblicazione del parere del Ccne, una delegazione della Cef è stata invitata a un colloquio di un’ora con il capo dello Stato. Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale di Francia (Cef)martedì ha manifestato al Presidente della Repubblica le sue riserve sul progetto che Macron fa sembrare così “democratico”. Come afferma l’arcivescovo di Reims, sembrerebbe che «la società voglia incoraggiare alcuni a rinunciare a vivere».
Il governo ha confermato per ottobre l’inizio di una consultazione aperta a cittadini, operatori sanitari e esperti di bioetica della durata di sei mesi, che potrebbe poi portare a una nuova proposta di legge entro la fine del 2023. Il Presidente non ha escluso di sottoporre poi la riforma a un referendum.
Macron «ci ha esposto la necessità di avere diversi livelli di dibattito e la sua volontà di non dividere la società francese su questo argomento», riferisce Éric de Moulins-Beaufort. «Ha detto di essere del tutto deciso a tenere conto di ciò che uscirà dai dibattiti nelle sue diverse componenti», ha poi proseguito l’episcopato spostando l’attenzione sull’altra faccia della medaglia: l’importanza delle «cure palliative, ancora molto scarsamente distribuite in Francia». Preoccupazione in parte condivisa dal Presidente, che però «insiste sulla necessità oggi di riflettere sul caso delle persone consapevoli ma con una malattia incurabile, che, liberamente, dopo averne parlato con le loro famiglie e con l’accordo dei medici, ritengono di non voler vivere gli ultimi mesi che gli restano».
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