Mary Wagner è una donna di poco più di quarant’anni, canadese, che ha deciso di spendere la sua esistenza in servizio della vita: il suo nome è ormai noto a livello internazionale, dal momento che le sue battaglie la hanno più volta costretta al carcere. Precisamente, in virtù della sua lotta pubblica contro l’aborto davanti e dentro gli ospedali del Canada, la Wagner ha già trascorso in carcere circa cinque anni della sua vita: l’ultima volta dall’8 dicembre del 2017 a pochi giorni fa.
Solitamente la Wagner si reca presso le cliniche dove vengono praticati gli aborti portando con sé del materiale informativo, piuttosto che delle rose rosse da donare alle mamme; talvolta si ferma invece semplicemente a pregare. Tutte azioni meritevoli, ma vietate per legge: in Canada non è infatti lecito pregare o parlare con chi entra nelle cliniche abortive e – come se questo non bastasse – il 26 ottobre 2017 il Governo dell’Ontario ha approvato una norma ancora più restrittiva, che vieta agli attivisti pro-life di manifestare in aree che distino meno di 50 metri dalle strutture dove vengono effettuati gli aborti.
Nel 2015, dopo l’ennesimo arresto, la Wagner aveva spiegato in una lettera aperta le ragioni del suo agire, che trova origine nella sua conversione (alla fede, così come alla battaglia pro-life) avvenuta nel 1993, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Denver, quando Papa Giovanni Paolo II aveva invitato i giovani di tutto il mondo a battersi contro l’aborto e l’eutanasia. Da lì, la sua decisione di spendersi per dare voce a chi non ha voce, seguendo una modalità di manifestazione pacifica, ma che nel contempo prende le forme di una ferma disobbedienza civile.
Ora LifeSiteNews ci informa che i pro-life polacchi hanno chiesto al loro Governo di insignire Mary Wagner dell’Ordine al merito della Repubblica di Polonia per via della sua eroica testimonianza, rinsaldata del legame di stima e di fattiva collaborazione che unisce la donna canadese ai gruppi provita del Paese di Wojtyla.
Jerzy Kwaśniewski, presidente dell’Ordo Iuris Institute, ha dichiarato al quotidiano polacco Nasz Dziennik: «Le azioni coraggiose di Mary Wagner e la sua testimonianza sulla protezione delle vite dei bambini non nati ci ricordano gli standard internazionali dei diritti dei bambini, che oggi sono spesso trascurati. Come firmataria della Convenzione sui diritti dell’infanzia, la Polonia ha un ruolo speciale nel promuovere soluzioni legali che proteggano il diritto alla vita e alla dignità umana». Parole cui ha fatto eco, sulla stessa testata, padre Tadeuz Guz, che in un’occasione si era recato personalmente in carcere a far visita alla donna canadese: «Credo che conferire l’Ordine al merito a Mary Wagner, da parte dei massimi leader polacchi, sarebbe un gesto bellissimo ed estremamente importante anche nell’ottica del suo impatto sul mondo intero, attraverso la sua posizione eroica e la sua testimonianza in difesa della vita di ogni persona, dal concepimento fino alla morte naturale».
Polonia che, lo ricordiamo, può vantare una legislazione sull’aborto più restrittiva rispetto a tanti altri Stati, ma che comunque contempla l’uccisione di bambini disabili e malati: a dicembre, tuttavia, i cittadini polacchi hanno consegnato oltre 830.000 firme (… e ne bastavano 100.000!) al loro Parlamento, al fine di bandire l’aborto eugenetico. A breve scadranno dunque i tre mesi di tempo concessi ai politici per effettuare le loro valutazioni e si dovrebbe avere un riscontro in merito, che ci auguriamo essere positivo per la causa pro-life.
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