Una stretta (finalmente!) sui contenuti porno online giunge da alcuni stati americani e precisamente: Lousiana, Mississippi, Arkansas, Virginia, Montana, Utah e Texas che hanno recentemente approvato un pacchetto di leggi che obbligano i siti porno a richiedere ai loro utenti l’età anagrafica, per verificare che si tratti di maggiorenni, prima di accedere ai video in streaming dai contenuti espliciti.
Riforme decisamente “bipartisan” in quanto firmate all’unanimità sia dai legislatori repubblicani che da quelli democratici che hanno portato Pornhub, il secondo sito di pornografia più popolare al mondo, a cessare di offrire i suoi video in Mississippi, Utah, e Virginia, secondo un rapporto pubblicato su Politico .
Così, gli utenti di Pornhub, negli stati in cui sono state approvate le misure restrittive, attualmente, vengono accolti con un messaggio registrato dalla porno star Carolyn Paparozzi, alias Cherie DeVille, che afferma che la legge sulla verifica dell’età «non è la soluzione più efficace per proteggere i nostri utenti» in quanto la loro privacy sarebbe a rischio.
«La sicurezza dei nostri utenti è una delle nostre maggiori preoccupazioni», afferma Paparozzi nel video. «Riteniamo che la soluzione migliore e più efficace per proteggere bambini e adulti sia identificare gli utenti tramite il loro dispositivo e consentire l’accesso a materiali e siti web soggetti a limiti di età sulla base di tale identificazione».
Nel frattempo, la Free Speech Coalition, un’associazione che sostiene l’industria del porno negli Stati Uniti, ha presentato ricorso contro le leggi in Utah e Louisiana, dove il traffico di materiale pornografico è diminuito dell’80%.
L’ Associazione ha mostrato la sua preoccupazione per il fatto che altri stati, tra cui Minnesota e New Jersey, stanno concretamente prendendo in considerazione tali leggi restrittive.
Si preannuncia dunque, una vera e propria “epurazione” che per adesso ha colpito principalmente Pornub, oggetto non solo di critiche ma anche di indagini importanti, sin dalla sua nascita, nel 2007: il sito web fondato dal canadese MindGeek ospiterebbe addirittura filmati di abusi sessuali su minori, stupri di gruppo e altri crimini a sfondo sessuale.
Non solo, in un articolo bomba del 2020, dell’editorialista del New York Times, Nicholas Kristof afferma che il sito era «infestato da video di stupri» e che «monetizza stupri su minori, revenge porn, video non autorizzati di donne che fanno la doccia, contenuti razzisti e misogini e filmati di donne asfissiate con l’ausilio di buste di plastica».
Kristof ha affermato di aver visto registrazioni di «aggressioni su donne e ragazze prive di sensi», mentre un moderatore gli ha detto che alcuni video riguardavano «bambini dagli 8 ai 12 anni».
Se si tiene conto della pervasività di Pornhub che registra ben oltre 2 miliardi di visualizzazioni mensili, se ne possono immaginare gli effetti devastanti. Ad esempio, recenti studi hanno rivelato che il consumo di materiale pornografico sta contribuendo a tassi di divorzio più elevati tra le coppie sposate negli Stati Uniti
Il consumo record di pornografia in tutto il mondo, peraltro, sta sollevando preoccupazioni per la dipendenza dilagante generata dal porno, specialmente tra i giovani.
Fonte foto: Bing
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