Il neo presidente del Comitato per le attività a favore della vita della Conferenza episcopale degli Stati Uniti (USCCB), monsignor Michael Burbidge, vescovo di Arlington, Virginia, ha rilasciato una intervista al National Catholic Register in cui è entrato anche nella nota questione sul ruolo dei politici eletti che si dicono cattolici e promuovono leggi contrarie alla difesa della vita.
La domanda del Register è chiara: Abbiamo un presidente [Joe Biden, ndr] che si definisce cattolico, ma che promuove l’aborto legale. Cosa ne pensa della confusione che ciò provoca?
«Dobbiamo essere sempre chiari sugli insegnamenti della nostra Chiesa cattolica», ha risposto monsignor Buridge, «e non possiamo permettere a nessuno, specialmente nella sfera pubblica, compresi i funzionari eletti, di comportarsi come maestri quando si presentano come cattolici e [poi] agiscono diversamente, in totale opposizione a ciò che abbiamo sempre ritenuto vero e riterremo sempre vero. Non possiamo cambiare il Vangelo: tutta la vita umana appartiene a Dio in quanto sacra e deve essere protetta. Dobbiamo continuare ad essere molto chiari nei nostri insegnamenti e cercare di assicurarci di fare la nostra parte per evitare che i fedeli rimangano scioccati quando persone di qualsiasi ceto sociale affermano pubblicamente di essere cattoliche e poi dicono qualcosa che è completamente incoerente con ciò che significa per sostenere il Vangelo della vita. Questo è qualcosa che dovremo continuare a fare in modo coerente».
A proposito poi dei politici sedicenti cattolici che appunto si dicono tali e poi partecipano alla comunione eucaristica, monsignor Buridge ha risposto dicendo che qui entrano in gioco proprio i vescovi. «È nostro obbligo impegnarci con loro e parlare con loro e fare tutto il possibile per trasformare i loro cuori; e ciò significa essere disposti a incontrarli, a dialogare con loro, e anche a incoraggiarli a essere davvero coerenti con ciò che professiamo come cattolici e a vivere quella fede».
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