La nuova copertina del noto settimanale polacco Wprost raffigura papa Francesco nella papamobile con il telaio di un carro armato russo con la lettera “Z” – uno dei numerosi simboli dipinti sui veicoli militari delle forze armate russe coinvolte nell’invasione russa dell’Ucraina del 2022 e divenuto più in generale un simbolo distintivo di sostegno e propaganda per l’invasione russa. Un’immagine forte che sembrerebbe rimandare ai fatti del 29 agosto, quando il Pontefice aveva parlato in videoconferenza ai giovani russi riuniti a San Pietroburgo in occasione del decimo incontro nazionale dei giovani cattolici della Russia.
Le parole di papa Francesco non erano state prese molto bene a Kiev, in particolare quando aveva esortato i giovani a non dimenticare le proprie radici: «Non dimenticare mai l’eredità. Siete gli eredi della grande Russia: la grande Russia dei santi, dei governanti, la grande Russia di Pietro I, Caterina II, quell’impero […]. Non rinunciate mai a questa eredità, siete gli eredi della grande Madre Russia, andate avanti», prontamente etichettate come espressione di una «propaganda imperialista» da Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Affari esteri dell’Ucraina.
«È molto deludente», aveva commentato, «che gli ideali della grande potenza russa, che, di fatto, sono alla base dell’aggressività cronica della Russia, consciamente o inconsciamente, siano usciti dalla bocca del Papa, la cui missione, secondo ciò che pensiamo, sarebbe proprio quella di aprire gli occhi dei giovani russi sul corso distruttivo che sta prendendo l’attuale leadership russa».
Insomma, una copertina dal significato inequivocabile. E, come se non bastasse, la questione è stata poi ripresa e approfondita anche in un articolo online del settimanale polacco che ha aggiunto un riferimento al recente viaggio del Papa in Mongolia, durante il quale avrebbe lodato «il pacifico raggiungimento» di Gengis-Khan. A detta del giornalista quello del 29 agosto non sarebbe stato quindi un fraintendimento, bensì «un messaggio acuto e inequivocabile», parte di una presunta «linea politica» del Vaticano.
Sarebbe bene però rimanere ancorati ai fatti. Intanto, rimandiamo alle dichiarazioni del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Mattia Bruni, che ha messo in chiaro come quel discorso del Papa non avrebbe esaltato «logiche imperialistiche e personalità di governo, citate per indicare alcuni periodi storici di riferimento», ma avrebbe voluto «incoraggiare i giovani a conservare e promuovere quanto di positivo c’è nella grande eredità culturale e spirituale russa». E poi sarebbe importante sottolineare che il tono scelto per questa copertina, che pare voglia tratteggiare il Papa come putiniano, ignora il concreto – e purtroppo isolato – impegno per la pace che Francesco, insieme al cardinale Zuppi, sta portando avanti dall’inizio della guerra. (Fonte foto: Facebook)
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