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I fondamentalisti egiziani rapiscono centinaia di ragazze copte forzandole ad abbracciare l’islam
NEWS 11 Marzo 2014    

I fondamentalisti egiziani rapiscono centinaia di ragazze copte forzandole ad abbracciare l’islam

In Egitto, i rapimenti di giovani ragazze copte non sono una novità del "nuovo corso", eppure dopo la deposizione di Hosni Mubarak il numero di casi è aumentato in modo esponenziale.

«Prima della rivoluzione sparivano quattro o cinque ragazze al mese, oggi la media è di quindici», dichiara Ebram Louis alla Fondazione di diritto pontificio Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS). Per monitorare la situazione e tenere desta l'attenzione internazionale sul grave problema Louis ha infatti creato l’AVAED, Associazione per le vittime di rapimenti e sparizioni forzate, che garantisce alle vittime e alle loro famiglie assistenza medica, psicologica e legale. «Dal 2011 si ritiene siano state almeno 550 le cristiane rapite», afferma l’attivista. Peraltro è quasi impossibile fornire stime esatte, poiché spesso i crimini e gli aggressori non vengono né riferiti né denunciati. In Egitto una donna violentata è tuttora motivo di vergogna per la sua famiglia.

Poi, una volta sottratte con la forza alle proprie famiglie, le giovani donne cristiane vengono costrette ad abbracciare la religione musulmana.

Sempre all'ACS, l’avvocato cristiano Said Fayez dichiara: «In Egitto vi sono molteplici cellule islamiche dedite esclusivamente ai rapimenti di donne copte». Del resto, una volta sfuggite ai sequestratori, numerose donne cristiane chiedono di ritornare alla propria fede: almeno 5mila negli ultimi 18 mesi. «Chi di loro ha avuto dei figli dal matrimonio forzato deve però attendere», spiega l’avvocato. «Se lasciassero l’islam per riabbracciare il cristianesimo perderebbero i loro bambini, poiché la legge egiziana stabilisce che i figli piccoli debbano vivere con il genitore che pratica la “vera fede”. E ovviamente per “vera fede” s’intende l’islam».