Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo, precedentemente guidato dall’ex primo ministro polacco Donald Tusk, oggi a capo dell’opposizione, in un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung ha pronunciate le inquietanti parole: “Stiamo costruendo una cortina di fuoco. Siamo l’unica forza che in Polonia può sostituire il PiS (PiS – il partito al governo) e riportare questo Paese in Europa”. Weber è a capo del PPE, ma soprattutto è un politico tedesco della Cdu che ha sicuramente a cuore gli interessi tedeschi.
Allora volendo il ritorno al potere di Tusk si auspica in Polonia un governo polacco manovrabile da Berlino come lo era precedentemente il governo di Tusk? Bisogna chiedersi anche a quale Europa vuole riportare la Polonia. Uno superstato dominato dalla Germania? Le vergognose parole del capo del PPE hanno giustamente suscitato sdegnose reazioni del governo e di tanti politici. Le parole più dure contro Weber le ha riservato Marek Jakubiak, segretario generale del partito KUKIZ15: “Tutto questo sta succedendo davvero! Il presidente del PPE Manfred Weber ha detto apertamente che Tusk era tornato in Polonia da Bruselles per prendere il potere nell’interesse del 4 ° Reich tedesco che lui chiama Europa”.
Invece il commento di Witold Waszczykowski, eurodeputato del PiS, ex ministro degli Esteri polacco è più diplomatico ma altrettanto chiaro: “Queste parole di Weber non possono essere separate dai discorsi di Scholz e di altri politici europei. Parlano con una sola voce su questioni riguardanti la Polonia. Questa è un’ingerenza sfacciata, un ricatto e, in terzo luogo, una violazione del diritto europeo”.
Ma Manfred Weber, malgrado le critiche, continua ad attaccare la Polonia. Recentemente il leader del PPE si è indignato per il fatto che Ungheria e Polonia hanno posto il veto sulla questione dei ricollocamenti obbligatori dei migranti. In una intervista a ZDF ha detto: “Non credo che nessuno di loro si faccia convincere. Hanno bisogno di questo argomento per la propaganda politica nei propri Paesi. Pertanto, lasciamo da parte quei truffatori polacchi e ungheresi. L’Europa è in grado di trovare un compromesso”. Non si può capire fino in fondo tutto quello che succede in Polonia e intorno alla Polonia dal 2015 senza conoscere il ruolo dell’opposizione polacca all’attuale governo di destra che si autodefinisce “l’opposizione totale”.
Tale termine è nato negli ambienti che hanno perso le elezioni presidenziali e parlamentari nel 2015: si trattava degli ambienti liberali che dominavano la scena politica in Polonia dal momento del crollo del comunismo e della trasformazione democratica del 1989 e che si sentivano minacciati di perdere la loro posizione dominante nel Paese. Per la prima volta la destra polacca è arrivata al potere dopo una vittoria netta e decisa, ma in questa situazione l’opposizione, irritata e profondamente frustrata, negava ai nuovi eletti il diritto di governare e sabotava il lavoro del governo, per creare tensioni sociali. L’opposizione totale usa il metodo che definisce “le piazze e l’estero” (in polacco ulica i zagranica).
Da un lato usa ogni pretesto per organizzare delle dimostrazioni nel Paese, dall’altra parte le forze dell’opposizione lavorano per creare un’immagine negativa della Polonia all’estero, per spacciare le notizie false come quella completamente infondata del pericolo del fascismo. Gli influenti membri dei partiti dell’opposizione, anche quelli residenti nel Parlamento Europeo, remano contro la loro Patria e negli attacchi alla Polonia e ai suoi interessi coinvolgono anche i politici europei che ormai non nascondono i loro piani per cambiare il governo a Varsavia.
Gli attacchi di Weber si inseriscono in questa campagna che mira a cambiare il governo a Varsavia. Prima anche la stessa Ursula von der Leyen si auspicava il ritorno di Tusk al potere in Polonia. Ma vale la pena ricordare anche un altro fatto. Il 12 giugno si è tenuta una riunione straordinaria della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo per discutere l’istituzione in Polonia di una commissione per indagare sull’influenza russa in Polonia nel periodo 2007-2022. Il commissario per la giustizia Didier Reynders, presente all’incontro, ha affermato che la Commissione europea è preoccupata per la situazione.
“Si tratta di una decisione che ha suscitato grande preoccupazione della Commissione, perché questa legge crea una commissione investigativa speciale che indagherà se vi sia stata una violazione della sicurezza interna in Polonia tra il 2007 e il 2022. In questo modo si conferisce a un organo puramente amministrativo poteri senza precedenti per interferire nel processo democratico” – ha detto Reynders. Ma perché non vengono stigmatizzati gli attacchi alla Polonia e i richiami a cambiare il governo polacco democraticamente eletto che partono da Bruxelles e coinvolgono i più alti esponenti della nomenclatura dell’UE? Non sono un’interferenza nei processi democratici di un Paese sovrano? Bisogna porsi questa domanda anche perché in autunno in Polonia si svolgeranno le importanti elezioni politiche (Foto: Imagoeconomica)
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