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Ha 23 anni e un tumore al cervello: «Carlo Acutis mi protegge»
NEWS 14 Giugno 2024    di Manuela Antonacci

Ha 23 anni e un tumore al cervello: «Carlo Acutis mi protegge»

«Carlo Acutis mi ha dato uno schiaffo spirituale». Si esprime così su Famille Chretienne Alban  un giovane francese che ha subito 5 interventi dal 2016, a causa di un tumore al cervello che è arrivato a sconvolgere la sua vita, a soli 23 anni, ma che, grazie all’intercessione di Carlo Acutis, presto santo vive ora come un’occasione di Grazia.

Questo giovane studente di ingegneria aeronautica, nel 2016, a soli 16 anni, ha cominciato a soffrire di terribili emicranie, finché i medici gli diagnosticarono un tumore al cervello. Iniziò così, per lui, un lungo e faticoso percorso medico: cinque operazioni tra il 2016 e il 2023, tra cui l’asportazione dell’ipofisi, settimane di ricovero in ospedale, forti cure farmacologiche e radioterapia. Una dura prova, ma che non gli ha impedito di diplomarsi e iniziare gli studi universitari, arrivando persino a rafforzare la sua fede in Dio.

Decisiva la figura di Carlo Acutis, nella sua vita, conosciuto per caso, attraverso un manifesto esposto nella sua parrocchia a Parigi. In quel periodo, Alban lottava contro il cancro già da tre anni: «Carlo mi ha commosso molto presto con la sua semplicità, la sua fede, la sua adorazione dell’Eucaristia, ma anche per l’ attualità della sua figura. Le sue parole semplici gettano  una nuova luce sui misteri della fede». Un primo segno importante della vicinanza del santo, Alban l’ha ricevuto nel 2019, quando cominciò per la prima volta la novena a Carlo Acutis, prima di un intervento programmato per rimuovere una ciste che alla fine si ridusse e l’operazione venne annullata. Alban ha poi invocato Carlo Acutis per la seconda volta attraverso una novena quando il tumore, fino ad allora benigno, è mutato ed è diventato maligno, nel 2020.

Da allora la parte carnosa del cancro, non è più ricresciuta. Un fatto insolito che Alban non esita a definire un miracolo. La sua battaglia, tuttavia, continua per la presenza di altre cisti. Ma continuano anche le grazie spirituali che hanno finito per trasformare pian piano, il suo cuore: «La prima grazia spirituale è stata chiedere l’amore all’Eucaristia. È stato Carlo che mi ha fatto capire che l’Eucaristia è proprio Gesù, e che mi ha spinto a chiedere al Signore questo amore per Gesù nell’Ostia», racconta. Infatti, mentre era ricoverato in ospedale, per 40 giorni nel 2020, Alban ha chiesto, per la prima volta, di fare la comunione ogni giorno.

«È stato un sostegno incredibile, ma credibile perché era Gesù», dice. Da quel momento Alban ha iniziato un cammino spirituale che lo ha portato a desiderare con tutto il cuore la Messa quotidiana. «La chiamata di Carlo ad amare il Corpo e il Sangue di Cristo è una chiamata all’adorazione», sottolinea Alban aggiungendo che, «la spiritualità di Carlo è legata alle apparizioni di Gesù a Sofia Prouvier a Besançon. Cristo ha mostrato a questa donna il suo Cuore eucaristico, che ci chiede di amarlo sempre di più. L’appello urgente di Carlo ad amare il Corpo e il Sangue di Cristo è un vero appello dal Cielo, per ciascuno, ad una conversione interiore. E’ una chiamata all’adorazione, ad andare a visitare Gesù nelle sue chiese». Un cammino verso la santità, è quello indicato da Carlo Acutis, in cui viene lasciato sempre più spazio a Dio: «La santificazione non è un processo di addizione, ma di sottrazione: meno “io” per lasciare spazio a Dio», amava ripetere il Beato. (Fonte foto: Ansa/Screenshot, Diocèse de Séez, YouTube)

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