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Greta e Izabella, due giovani vichinghe. Una politically correct, l’altra no
NEWS 8 Marzo 2019    di Giuliano Guzzo

Greta e Izabella, due giovani vichinghe. Una politically correct, l’altra no

Tutti pazzi per Greta. O almeno così sembrerebbe, a giudicare dall’entusiasmo che i mass media in questi giorni stanno riservando a questa giovane attivista politica svedese. Di chi si tratta? Classe 2003, Greta Thunberg (foto sotto) è un’adolescente balzata agli onori delle cronache per aver deciso di non tornare a scuola fino alle elezioni generali del 9 settembre. Una decisione che la piccola pare aver preso spinta essenzialmente da una preoccupazione: quella per le ondate di calore straordinarie che hanno segnato l’estate e per gli incendi boschivi nel suo Paese, motivo per cui tutti i venerdì ha iniziato a presentarsi davanti al Riksdag, il parlamento nazionale svedese, con un cartello: Skolstrejk för klimatet («Sciopero della scuola per il clima»).

Non solo. Greta è arrivata a ritagliarsi spazi significativi pure nei forum internazionali, come la Conferenza mondiale sul clima a Katowice, in Polonia, in seno alla quale ha lanciato un’esortazione degna di un attivista di età molto più matura della sua: «Avete troppa paura di essere impopolari. Voi parlate soltanto di proseguire con le stesse cattive idee che ci hanno condotto a questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare sarebbe tirare il freno d’emergenza». La popolarità di questa ragazza è giunta al culmine in Italia nelle scorse ore quando Nicola Zingaretti, neoeletto segretario del Pd, ha dedicato il suo successo politico a lei e a «tutti i ragazzi e le ragazze italiane che il 15 marzo occuperanno le piazze italiane per un nuovo modello di sviluppo e per difendere il pianeta».

Bene, però anche per questa ondata celebrativa dell’adolescente svedese c’è un però. E riguarda il fatto che non è la sola giovane attivista del suo Paese. Ce ne sono anche delle quali, però, curiosamente non si parla. Per esempio, Izabella Nilsson Jarvandi (foto in alto). Anche lei giovane (ha 15 anni), anche lei determinata (ha fatto, microfono alla mano, arringhe davanti ai palazzi istituzionali svedesi), anche lei un personaggio, insomma, eppure un personaggio che i grandi media si guardano bene dal celebrare.

Come mai? Per un motivo semplice: a differenza di Greta, Izabella ha sposato istanze contrarie al pensiero dominante. Per esempio, riservando parole contro le migrazioni di massa e a favore delle politiche familiari (ha osato perfino solidarizzare con l’Ungheria di Viktor Orbán). Come se non bastasse, lo scorso 2 marzo, quindi giusto pochi giorni fa, ha confezionato un duro cinguettio, su Twitter, contrario all’indottrinamento gender nelle scuole svedesi, nelle quali iniziano a circolare testi allucinanti – ha denunciato la giovane ma già acuta attivista – i cui protagonisti sono «una ragazza con un pene», «un ragazzo con una vagina» o individui che sono al tempo stesso «un maschio e una femmina».

Più generalmente, potremmo quindi dire che Izabella ce l’ha con la classe dirigente progressista e liberal che, con la sua ideologia immigrazionista e politicamente corretta, avrebbe promosso «il genocidio del popolo svedese». Posizioni decisamente nette e combattive, dunque, quelle di questa quindicenne.

Tuttavia, mentre i media esaltano ed incoronano a nuova reginetta del sano attivismo la piccola Greta Thunberg, Izabella Nilsson Jarvandi invece resta, per i più, una figura semisconosciuta, da cui si possono ricavare informazioni solo attraverso mirate ricerche sul Web. Il che è tutto dire, se ci si pensa, su chi – delle due – stia davvero combattendo la cultura dominante e su chi, a sua insaputa chiaramente, ne sia di fatto ancella.


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