Il governo francese venerdì ha presentato ricorso in cassazione nel caso Vincent Lambert, contro la decisione della Corte d’appello di Parigi che ha ordinato la ripresa della somministrazione di cibo e idratazione.
E così il calvario di Lambert riprende. Il 20 maggio scorso i medici dell’ospedale di Chu Sébastopol di Reims avevano interrotto alimentazione e idratazione del tetraplegico di 42 anni affetto dalla “sindrome della veglia non responsiva” (stato di “coscienza minima plus”), secondo l’autorizzazione del Consiglio di Stato francese.
La decisione era giunta in contraddizione con quanto richiesto il 3 maggio dal Comitato internazionale sui diritti delle persone con disabilità dell’Onu: non interrompere il sostentamento fino a quando non avesse completato la valutazione del caso. Quindi, il 21 maggio, l’atto di morte messo in piedi dai medici dell’ospedale è stato bloccato dalla Corte di appello di Parigi, che ha «ordinato allo Stato francese di adottare tutte le misure per far rispettare le misure provvisorie richieste dal Comitato».
Lo stesso 20 maggio il presidente Emmanuel Macron, con una dichiarazione dal sapore pilatesco, era intervenuto sulla vicenda di Vincent dicendo che lui «non doveva interferire». Passata una settimana, e passate le elezioni europee, venerdì 31 maggio il ministero della Salute del governo Macron fa sapere che lo Stato francese ha deciso di ricorrere in cassazione contro la decisione dei giudici di Parigi.
Roberto Colombo della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma precisa alcuni elementi importanti sull’agenzia Sir:
Ora però il governo francese fa ricorso contro i giudici di Parigi che avevano ordinato di riprendere alimentazione e idratazione. E meno male che Macron «non doveva interferire».
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