Carissimi,
eccoci giunti alla fine del 2022 e all’inizio del 2023. La fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo sono sempre bei momenti di passaggio, nei quali si alternano nei nostri cuori sentimenti assai diversi: gratitudine per l’anno trascorso, gioia per il bene compiuto, qualche rimpianto per quanto si poteva fare e non è stato fatto, speranza per il domani. Resta il mistero sull’anno che verrà e, per chi ha fede, anche la luminosa certezza che “la c’è la Provvidenza“.
Il giorno di Capodanno ha una magia tutta particolare: un’atmosfera rarefatta e dominata da una luce che, piano piano, torna ad illuminare le nostre giornate. Poi i concerti, bellissimi, trasmessi dal teatro La Fenice di Venezia o dalla Sala dorata del Musikverein di Vienna. Emozioni bellissime che auguro a tutti di provare in compagnia degli affetti più cari. Tutto serve per trovare energia, ispirazione, ottimismo e così affrontare il nostro mondo così particolare, tremendo e straordinario al contempo: la fine della pandemia, l’inizio della guerra in Ucraina, la crisi energetica. Eppure sono fiduciosa che, pur da questa situazione, qualcosa di buono nascerà.
Del resto la nostra democrazia è nata da un contesto assai più complicato di quello attuale. Allora penso agli italiani di oggi, ai miei concittadini, penso, in particolare ai giovani ai quali auguro di cogliere tutto il bene possibile dalle situazioni anche complicate che il nuovo anno presenterà, lavorando con impegno e fantasia, senza sprecare tempo ed energie in ciò che non serve al bene loro, del Paese e dell’umanità tutta. Faccio mie le parole rivolte nel 1992 (anno di grandi stravolgimenti per la vita del nostro Paese) dall’allora Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, in occasione del Discorso di fine anno. Si rivolgeva ai giovani di allora con queste parole:
“Ripeto ciò che ho detto più volte: la sconfitta a voi stessi, voi soli la potete dare quando rinunciate a lottare. Non fatelo mai! E non lamentate i mali della politica standovene rintanati in casa, o nel vostro lavoro, o chiusi nella vostra famiglia; aprite le finestre, c’è fuori un mondo che attende la vostra presenza, il vostro impegno, il vostro saper rischiare. È grave dovere della scuola formare alla responsabilità pubblica. Non pensate che sia comodo per chi ha la mia età dire a voi queste cose, ma consentitemi di dire: anche noi abbiamo conosciuto l’incertezza del domani, abbiamo vissuto il terrore della guerra, abbiamo visto il sangue della lotta di liberazione che fu anche lotta fra fratelli, anche noi abbiamo, grazie a Dio, conosciuto gli stenti e rasentato la fame; anche noi fummo tentati di perdere la speranza, di gettare la spugna, ma l’eroismo di tanti e il coraggio di molti ci fu d’esempio e ci risvegliò: e la Patria risorse”.
Ritengo che queste parole ben si adattino a tutti, giovani e meno giovani, perché ognuno compia, con gusto e responsabilità, il proprio dovere. Dunque, andiamo avanti, con entusiasmo ed energia rinnovati, con il cuore riscaldato dalla gioia del Natale, lungo il percorso avviato e che, ne sono certa, si concluderà con il riconoscimento della libertà di scelta educativa che tanto bene porterà alla nostra società, di oggi e di domani.
Un augurio riconoscente, amico e cordiale: Buon anno!
Riceverai direttamente a casa tua il Timone
Se desideri leggere Il Timone dal tuo PC, da tablet o da smartphone
© Copyright 2017 – I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l’adattamento totale o parziale.
Realizzazione siti web e Web Marketing: Netycom Srl