Gli ordinari cattolici della Terra Santa hanno denunciato un rabbino estremista che nei giorni scorsi ha approvato in pubblico il bruciare chiese e moschee, dicendo che esso era “secondo la legge” ebraica.
L’Assemblea degli ordinari cattolici, radunati lo scorso 7 agosto, hanno diffuso una lettera in cui si afferma che “la comunità cattolica in Terra Santa ha paura e si sente in pericolo”. Per questo, oltre a denunciare le dichiarazioni del rabbino, i leader cattolici domandano “alle autorità israeliane… che garantiscano una vera protezione ai cittadini cristiani di questo Paese, come pure ai loro luoghi di culto”.
L’appello degli ordinari cattolici si riferisce a una dichiarazione di Benzi Gopstein, leader del gruppo estremista Lehava. Durante una conferenza, in risposta a uno studente ebreo di una yeshiva di Gerusalemme, che gli domandava “se lui era favorevole a bruciare chiese nella Terra di Israele”, Gopstein ha risposto: “Rambam [Maimonide] ha stabilito o no di distruggere [l’adorazione degli idoli]? L’adorazione idolatrica deve essere distrutta. [Perciò] è un semplice sì. Dov’è il problema?”.
Quando il moderatore della conferenza cui stava partecipando, ha avvertito Gopstein che la discussione veniva filmata e che la polizia avrebbe potuto arrestarlo, il rabbino ha risposto: “Questa è l’ultima cosa che mi preoccupa. Se è la verità, sono pronto ad andare in prigione per 50 anni”.
La lettera degli ordinari cattolici ricorda che tali affermazioni avvengono “dopo una serie di atti di vandalismo contro i Luoghi santi in Israele”.
L’ultimo in ordine di tempo è l’incendio alla chiesa della moltiplicazione dei pani e dei pesci a Tabgha. In precedenza vi sono stati tentativi di incendio e vandalismi verso il “Cenacolino”, la basilica dell’Annunciazione a Nazareth e altri.
Le affermazioni di Gopstein – sottolineano i leader cattolici – “spingono all’odio e fanno pesare una reale minaccia sugli edifici religiosi cristiani di questo Paese”.
L’assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa raduna circa 20 fra patriarchi, arcivescovi e vescovi in Israele, compreso il Custode francescano di Terra Santa.
Alla loro lettera, Gopstein ha risposto su Facebook. Attribuendo il messaggio al Vaticano, egli ha criticato l’intervento della Santa Sede in una discussione “halakhica” (halakhah è la tradizione legale rabbinica). “E’ tempo – egli ha detto – di ricordare al Vaticano che è finito il tempo della censura, quando essi censuravano i libri ebraici. Giù le mani dalla Torat Yisrael (le legge di Israele)”.
Il gruppo Lehava, di cui Gopstein è il capo, è un’organizzazione che dice di lottare contro la perdita di identità ebraica, opponendosi soprattutto ai matrimoni misti fra ebrei e arabi. Esso si ispira all’ideologia del rabbino Meir Kahana, fondatore del movimento razzista anti-arabo Kach. Il nipote di Meir Kahana, Meir Ettinger è uno dei tre ebrei estremisti in detenzione amministrativa dopo l’incedio di una casa palestinese – in cui è morto un bambino di un anno e mezzo e il padre – e quello della chiesa di Tabgha.