In questo tempo caratterizzato dai social network spesso si fa di loro un utilizzo a dir poco disinvolto. Offese, insulti e cadute di stile sono all’ordine del giorno. L’ultimo episodio di cui si discute riguarda un giornalista del servizio pubblico, Fabio Sanfilippo, di Radio Rai, che sulla sua pagina Facebook ha scritto contro Matteo Salvini: «Tempo sei mesi e ti spari nemico mio». Poi ha sottolineato: «Mi dispiace per tua figlia, avrà tempo per riprendersi, basta farla seguire da persone qualificate».
Al di là di ogni commento, scusa, distinguo, botta e risposta, diciamo che tirare in ballo i bambini è una cosa che si commenta da sé. Il fatto rappresenta in qualche modo l’ennesimo esempio di come i bambini oggi siano sempre più spesso trattati come una merce, soggetti deboli su cui ci si avventa con fare variamente predatorio. Noi ripetiamo per l’ennesima volta: giù le mani dai bambini.
Il commento della mamma della figlia di Salvini, Giulia Martinelli, affidato ad una lettera inviata al quotidiano Libero, merita di essere letto e lo riportiamo integralmente perché tutti possano riflettere a prescindere dalle proprie simpatie politiche:
«Caro Direttore, affido a te e al tuo giornale queste poche righe per esprimere la mia amarezza, la mia rabbia e il mio dolore. Sì dolore. Quello che ho provato nel leggere due giorni fa le parole allusive e meschine scritte e pubblicate su mia figlia Mirta e sul suo papà. Dolore per chi dice di amare e non odiare, per chi è padre, per chi ha la grande fortuna di avere avuto il dono di figli da crescere, da educare, da portare sulle spalle e da aprire al mondo. Quel mondo che deve insegnare rispetto, lealtà e valori, ovvero l’ educazione che io e Matteo stiamo dando quotidianamente a nostra figlia.
Rabbrividisco di fronte a un padre, ad un giornalista che travolge e minaccia la nostra intimità, coinvolgendo una bambina di sei anni che ignora e nulla ha a che fare con le vicende politiche delle ultime settimane. Mi tremano le mani. Personalmente in tanti anni non ho mai detto né scritto una parola, non sono mai intervenuta pubblicamente, ma mai come oggi si era arrivati così in basso, e mai come oggi si è mai offeso e vilipeso il rifugio affettivo e sicuro di una bambina di sei anni.
I nostri figli vanno a scuola, i nostri figli leggono i social (la mia per fortuna è ancora troppo piccola), i nostri figli guardano la tv, i nostri figli hanno bisogno di guide e di genitori che amino e che agiscano a protezione del loro bene più prezioso.
Sfregiare la loro intimità ed il loro equilibrio psicologico a fini politici è un delitto giornalistico imperdonabile. Perché gratuito, miserabile e soprattutto ignorante.
Grazie per la sua attenzione e cari saluti».
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