É intervenuto al Meeting di Rimini il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel dialogo su “Sostenere lo sviluppo, per un’economia innovativa”, sponsor il marchio di conserve, Francesco Mutti, Stefano Barrese di Banca Intesa e Maria Bianca Farina, il vertice di Ania. Un intervento molto realistico volto a riportare il discorso delle riforme sulla vera priorità del momento: la denatalità.
«Se riflettiamo sulla crescita economica o sullo sviluppo è opportuna l’aggiunta del termine sostenibile», ha affermato, «lo sviluppo sostenibile oggi è normalmente declinato sotto l’aspetto ambientale che è fondamentale, ma se si affronta la questione a tutto tondo non si può negare il fatto che il sistema tiene se le generazioni hanno una continuità. Il tema della denatalità è fondamentale, non c’è nessuna riforma e misura previdenziale che tenga nel medio e nel lungo periodo con i numeri della denatalità che abbiamo oggi». Il ministro ha confermato che nell’ambito della manovra si lavorerà prevalentemente su famiglie, consumi e sull’aiuto alle imprese. Sono due i fattori da premettere, per Giorgetti: le culle vuote e lo sforzo dell’Unione europea. Senza pensare al primo sarebbe inutile «qualunque riforma previdenziale» e riguardo al secondo questo è l’appello che fa: «Spero che l’Unione, che ha completamente cambiato paradigma rispetto al passato, non faccia ripartire dal gennaio 2024 la clausola del Patto di stabilità e crescita».
Se è bene che venga denunciata la grave crisi demografica, bisogna però avere il coraggio di andare al cuore del problema. Un problema che richiede, con una certa urgenza, un’inversione che sia anche culturale. Che si torni a puntare sulla famiglia e sul matrimonio. E se sembra un obiettivo impossibile basti guardare alla non lontana Ungheria, dove a parlare chiaro sono i numeri. Il tasso di natalità ungherese nel 2011 era di 1,23 nascite per donna. Oggi il risultato è salito a 1,6 e questo basta a offrire una previsione quanto mai ottimistica per il futuro del Paese. Dietro questo rialzo c’è un lavoro lungimirante che ha saputo puntare sulla base della crescita di ogni società: la famiglia. Ecco perché nel 2021 Eurostat ha rivelato che in Ungheria si sono celebrati 7,4 matrimoni ogni 1.000 abitanti (la media europea è 3,1). A invertire la rotta demografica è un sostegno – non solo economico – soprattutto alle giovani generazioni, affinché possano prendere consapevolezza del fatto che hanno letteralmente il futuro tra le loro mani. (Fonte foto: Imagoeconomica)
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