In casa cattolica son forse stati proclamati nuovi dogmi o, per caso, lo saranno a breve? Per quanto singolare, è un dubbio che francamente viene leggendo quanto il gesuita padre Thomas J. Reese ha da poco scritto sul sito Religionnews.com. Sì, perché senza troppi giri di parole, e con un oggettivo dono della chiarezza, il sacerdote ha espresso un desiderio che sarebbe eufemistico definire forte.
«Vorrei che il papa», sono difatti state le parole del sacerdote, «dichiarasse eretici gli scettici sui vaccini e i negazionisti del cambiamento climatico, mettendo i loro libri, articoli, pagine Facebook e tweet nell’Indice dei libri proibiti». Immancabile, dopo tale desiderio, il richiamo a Galileo e Darwin. Come a dire: allora la Chiesa fu contro la scienza, ma, dichiarando «eretici gli scettici sui vaccini e i negazionisti del cambiamento climatico», oggi potrebbe riscattarsi.
Ora, anche sorvolando sui “casi” Galileo e Darwin – un classico della propaganda anticlericale, che meraviglia che un sacerdote evochi con toni pressoché analoghi -, l’auspicio di padre Reese non può che lasciare perplessi; ma non, si badi, perché i vaccini e la cura del Creato non siamo temi fondamentali, ci mancherebbe, ma perché la Chiesa, molto semplicemente, non ha autorità dottrinale in fatto di scienza. Diversamente, si dovrebbe proporre di dichiarare «eretici» anche i terrapiattisti, quanti credono alle scie chimiche e, perché no, pure chi nega che il figlio concepito e non ancora nato sia una persona umana: ma siamo convinti che, specie in quest’ultimo caso, Reese non sarebbe entusiasta.
Ancora, va evidenziato, sulla base di evidenze sociologiche, come le persone religiose e praticanti siano tendenzialmente rispettose dell’ambiente; ed è uscita in queste settimane un’analisi pubblicata su Human Vaccines & Immunotherapeutics che mette in evidenza come i Paesi più religiosi siano anche quelli in cui l’esitazione più vaccinale, in media, risulta più contenuta. Ecco che allora, ragionando come propone il gesuita, «eretici» dovrebbero probabilmente essere dichiarati per lo più cattolici secolarizzati e “al passo coi tempi”: ma, pure qui, dubitiamo che padre Reese sarebbe d’accordo.
Infine, in aggiunta a quanto sin qui detto, non si può non registrare un amaro paradosso, vale a dire quello di un certo mondo cattolico – in cui, viene da pensare, il padre gesuita in parola rientrerebbe appieno – che da un lato è sempre più tollerante verso pratiche come l’aborto, la fecondazione extracorporea, l’eutanasia, le nozze omosessuali (e certo non evoca con nostalgia l’Indice dei libri proibiti), dall’altra, vorrebbe l’ambientalismo o lo scientisimo come nuovi dogmi, con conseguenze per quanti se ne discostano.
Il che, oltre che bizzarro, è anche pericoloso dato che, nella misura in cui il cristiano smette di evangelizzare il mondo, preoccupandosi anzitutto della raccolta differenziata, della plastica o delle emissioni di anidride carbonica, il dubbio è che più che seguire Cristo o la Chiesa stia seguendo Greta Thunberg.
Per carità, nulla di personale nei confronti dell’attivista svedese ma il Cristianesimo, ecco, è un’altra cosa. E se certo non esclude, anzi tiene in massima considerazione –repetita iuvant – la salvaguardia del Creato e la promozione del bene comune anche inteso come salute attraverso adeguati vaccini, certo non si esaurisce né arresta a questi temi. Anzi, essi vengono solo dopo, molto dopo, una corretta acquisizione e valorizzazione dell’antropologia cristiana, intesa come visione dell’uomo anche nelle dinamiche affettive , morali e relazionali; proprio quelle dinamiche che, certi gendarmi del progressismo cattolico, considerano allegramente secondarie, se non marginali.
Tutto ciò, però, pone un dubbio che vogliamo in conclusione condividere senza polemica: ma quelli che auspicano che siano dichiarati «eretici gli scettici dei vaccini e i negazionisti del cambiamento climatico», in che cosa credono esattamente?
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