P. Alessandro Coniglio ofm, Studium Biblicum franciscanum
Il ricordo di Gesù è particolarmente legato al Monte degli ulivi, sulla cui sommità la tradizione cristiana fa memoria dell’Ascensione di Cristo.
Del mistero dell’Ascensione, conosciamo già le coordinate geografiche e temporali, grazie a due brani del nuovo testamento che rimandano a due brani dell’Antico Testamento.
«Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia…» (Lc 24, 51-52)
«… fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. […]
Allora ritornarono a Gerusalemme dal Monte detto degli ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in un sabato». (Atti 1, 9-12)
Ecco allora le due coordinate. Noi sappiamo soltanto dagli Atti degli apostoli che 40 giorni sono passati dalla resurrezione di Gesù sino al momento in cui lui ascende al cielo dal Monte detto degli ulivi.
Perché proprio 40 giorni e proprio il Monte degli ulivi? Nella Bibbia 40 giorni è un’espressione che ritorna spesso; ma in particolare ritorna collegata ad alcuni momenti importanti nei quali l’uomo si prepara all’ incontro con Dio, oppure nei quali Dio si rivela, rivela la sua volontà all’uomo.
[…]
Perché Gesù ha scelto di stare con i discepoli per 40 giorni dopo la sua resurrezione? Perché stava per donare loro la nuova legge.
In quei 40 giorni, in cui Gesù sta con gli apostoli, spiega loro, quella che è la nuova alleanza, le nuove tavole della legge, che non sono più scritte su pietra, ma sono scritte nel cuore degli uomini.
E questa nuova legge è ciò che gli apostoli, dopo i 40 giorni, dovranno predicare a tutto il mondo, quando Gesù ascendendo al cielo la dovrà dare loro, secondo quanto ci dice il finale del Vangelo di Marco, darà loro il comando di annunziare a tutte le genti ciò che lui ha fatto, soprattutto la sua passione, morte e resurrezione, battezzando tutte le genti in questo mistero, affinché tutti siano salvati in questa nuova legge, che Gesù sta dando all’ umanità.
Quindi dal centro della città la gloria del Signore si alzò e andò a fermarsi sul monte che è ad oriente della città (Ez 11, 23).
L’ evangelista Luca negli Atti degli apostoli dicendo che l’ascensione di Gesù avviene sul Monte degli ulivi forse ha in mente questo brano di Ezechiele. La gloria di Dio ha abbandonato il tempio. Quando? Alla morte di Gesù tutti gli evangelisti ci dicono che il velo del tempio si squarciò in due. Dunque in qualche modo questo è un segno plastico per indicare che la gloria di Dio non è più nel tempio, la gloria di Dio riposa sul corpo di Gesù che muore e questa gloria è proprio ciò che ridà vita al corpo morto di Gesù il giorno della resurrezione.
40 giorni dopo, questa gloria che inabita il corpo risorto di Gesù va a posarsi, a fermarsi sugli apostoli sul Monte degli ulivi.
Luogo santo venerato già nei primi secoli, vide prima sorgere una basilica costantiniana, poi verso la fine del IV secolo, la ricca matrona Poemia fece edificare un’altra grande basilica, ricca di mosaici e marmi pregiati, sullo stesso luogo memoria dell’ Ascensione. Distrutta nel VI sec. fu ricostruita e ampliata dai crociati. Anche questa fu abbattuta e il luogo, con le inevitabili tracce della storia che ancora si conservano, con la vittoria di Saladino, divenne proprietà musulmana, fino ad oggi.
L’ascensione di Gesù non indica tanto un movimento locale, una traslazione da un luogo ad un altro… poiché i cieli in cui Dio abita, non sono i cieli che noi conosciamo, indicano il mondo di Dio, il mondo celeste, il mondo divino in cui Gesù entra perché la sua gloria non sia più legata ad un luogo o ad un popolo, ma perché la sua gloria sia a disposizione di tutti i credenti in lui. Tutte le persone che credono in Gesù possono adesso fare esperienza di questa gloria.
Oggi, del santuario crociato si conserva, anche se trasformata, la cappella ottagonale che indicherebbe il luogo preciso da cui Gesù è asceso in cielo, originariamente aperta… fu coperta con una cupola nel XIII sec.
Un pellegrino che viene qui a Gerusalemme e che guarda il cielo di Gerusalemme, quando torna al suo Paese e da là guarda il cielo può rifare la stessa esperienza della presenza della gloria di Dio che non abita più nel tempio di Gerusalemme, che non abita più in mezzo ad un popolo particolare ma che è con ogni uomo che guardando il cielo entra in contatto con Gesù asceso al cielo.