Barbara Lefevbre è un insegnante di storia e geografia nei licei di Parigi, capace di tener testa nei dibattiti televisivi anche a Emannuel Macron. Ha dato alle stampe il suo quarto libro, Génération : J’ai le droit, dove mette a nudo una generazione di studenti e di genitori «che ritengono che i loro diritti individuali prevalgano sull’interesse generale. Le identità individuali sono glorificate a scapito del bene comune».
«Vedo in questa generazione due rifiuti, due crisi: una crisi di autorità e una crisi di cultura. Ma la cultura è fondamentale perché genera integrazione. E non sto parlando qui di figli di immigrati, perché un bambino è un nuovo arrivato nella società, e il ruolo della scuola è di insegnargli la vita in comunità. Ma oggi è delegittimata. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che l’allievo contesti, non obbedisca».
«L’esplosione dei social network», dice l’insegnante in un’intervista a Le Parisien, «ha accentuato il dominio dell’io onnipotente, che pensa di avere la precedenza sul “noi”. Già negli anni 2000, si avvertiva negli studenti un certo non consenso dell’autorità». Poi le cose sono peggiorate ancora.
«Quando metti avanti il tuo io, quando l’unica cosa che conta è la soddisfazione dei tuoi desideri, si crea una relazione estremamente violenta con gli altri. L’altro diventa un oggetto. Da qui le molestie, il sessismo e questi ragazzi che fanno da se la loro legge».
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