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Francia, tutti pazzi per Emmanuel Macron. Ma il suo ispiratore, Jacques Attali, è inquietante
NEWS 12 Maggio 2017    

Francia, tutti pazzi per Emmanuel Macron. Ma il suo ispiratore, Jacques Attali, è inquietante

dal blog di Giuliano Guzzo

 

Emmanuel Macron ha vinto nettamente e tutti – che bello – son contenti. Di più: euforici, giubilanti, radiosi. Ora, sarò ingenuo, ma voglio sperare che cotanta letizia sia dovuta più alla sconfitta di Marine Le Pen che all’elezione dall’Eliseo di un volto giovane che piace a tutti, soprattutto in Italia, dove il balzo felino sul carro del vincitore, si sa, è arte antica. Soprattutto, voglio credere che i tanti ammiratori del neoeletto monsieur le Président ignorino, nella loro beata ingenuità, chi sia l’ispiratore dell’enfant prodige della politica non solo francese ma europea. Non per nulla, sapete, ma perché ci son cose che forse è meglio non sapere. Ritengo infatti vi sia ben poco allegro e molto di allarmante nel pensiero di Jacques Attali, l’economista ed ex consigliere di Mitterand, il quale ha avuto un ruolo chiave, anzi determinante nell’ascesa politica del nuovo presidente francese.

Non lo dico io, ma è il settantatreenne a dichiararlo. E’ lui che ha introdotto il giovanissimo Macron, nel giugno 2014, in quel di Copenhagen, alla riunione del Bilderberg, noto circolino di filantropi tanto desiderosi di fare del bene. Ed è sempre lui, Attali, ad aver presentato il futuro Presidente a chi politicamente conta. «Sono io – ha difatti dichiarato – che l’ho presentato a Hollande per farlo lavorare all’Eliseo». Ma non è tanto questo che dovrebbe spaventare, dopotutto che c’è di strano nella cara vecchia raccomandazione? Suvvia, siamo gente di mondo. Il punto vero, che dovrebbe inquietare, son le idee che ispirano l’ispiratore di Macron, Attali appunto. Il quale si augura che le persone dopo i 65 anni di vita spariscano dalla faccia della terra e pronostica, tradendo un certo entusiasmo, l’avvento di nuove forme di procreazione e del poliamore. Credete esageri, vero? Vorrei tanto crederlo anche io.

Ma diamo la parola a lui, ad Attali, il quale nel suo libro L’Avenir de la vie (Seghers, 1981), alla domanda se è possibile ed auspicabile vivere fino ad essere centenari e oltre, Attali, rispose «Quando si superano i 60/65 anni vive più a lungo di quanto non produca e allora costa caro alla società… Dal punto di vista della società, è preferibile che la macchina umana si arresti brutalmente piuttosto di deteriorarsi progressivamente. È perfettamente chiaro se si ricorda che i due terzi della spesa per la salute sono concentrati sugli ultimi mesi di vita». E’ abbastanza chiaro, vero? Il padrino politico di Macron associa neppure troppo velatamente la dignità dell’essere umano – pardon, della «macchina umana» – alla sua capacità di lavorare, sgobbare, produrre, dopodiché «costa caro alla società». Sarebbe bello sapere che pensano di tutto ciò i tanti entusiasti del trentanovenne all’Eliseo. Ma aspettate perché il meglio, o il peggio, deve ancora venire.

In un altro libro Attali ci fa sapere che «un giorno il sentimento amoroso potrà essere talmente intenso da implicare più persone alla volta […] il poliamore, in cui ciascuno potrà avere più partner sessuali distinti; la polifamiglia, in cui ciascuno apparterrà a più famiglie; la polifedeltà, in cui ciascuno sarà fedele a tutti i membri di un gruppo dalle sessualità multiple […] Un bambino potrà essere portato in grembo da una generazione precedente della stessa famiglia o da un donatore qualsiasi, e i figli di due coppie lesbiche nati da uno stesso donatore potranno sposarsi, dando vita a una famiglia con sole nonne e senza nonni […] i bambini potranno essere fatti nascere da matrici esterne, animali o artificiali, con grande vantaggio per tutti: degli uomini poiché potranno riprodursi senza affidare la nascita dei propri discendenti a rappresentanti dell’altro sesso; delle donne poiché si sbarazzeranno dei gravami del parto».

Aspettate, perché le gioiose profezie del padrino di Macron non sono ancora finite: «Riapparirà il desiderio di autoriprodursi ognuno potrà collezionare se stesso replicando la propria coscienza, mentre due genitori, seguendo un proprio desiderio, potranno dare vita al clone di un individuo di proprio gradimento. A un certo punto si potrà diventare diversi da come si è, e per vivere ogni forma di sessualità l’uomo aspirerà a passare da un sesso all’altro» (Amori. Storia dei rapporti uomo-donna, Fazi Editore 2008, pp. 224-228). Avete letto bene: bambini fatti nascere «da matrici esterne, animali o artificiali», poliamori, macchine umane che debbono sparire quando non producono più. Tutte cose che, in bocca ad uno che vi si trovasse di fronte, vi farebbero chiamare immediatamente un’ambulanza. Invece il buon Macron, da un soggetto con queste “idee”, si è fatto pure sponsorizzare. Davvero una mente fine. Bene, ora continuate pure a festeggiare augurando alla Francia il meglio. Ne avrà bisogno.