«La libertà di culto deve poter essere esercitata in tutta serenità nel nostro Paese», queste le parole del ministro degli interni francese Gérald Darmanin sul suo account Twitter l’11 dicembre per esprimere il suo «sostegno ai cattolici in Francia». Le minacce sono state rivolte durante la processione organizzata dai cattolici per la solennità dell’Immacolata Concezione.
I fatti si sono svolti a Nanterre, periferia nord-ovest di Parigi. Il quotidiano francese Le Figaro ha riferito che mercoledì sera circa 30 cattolici sarebbero dovuti partire dalla cappella di Saint-Joseph-des-Fontenelles in processione verso la parrocchia di Sainte-Marie-des-Fontenelles, lungo un percorso approvato dalle autorità locali. Jean-Marc Sertillange, diacono permanente a Sainte-Marie-des-Fontenelles, ha dichiarato a Le Figaro: «Ma poco dopo le 19, mentre eravamo avanzati solo di poche centinaia di metri, una banda di sconosciuti ci ha attaccato verbalmente al momento della prima stazione di preghiera».
Il giornale ha poi aggiunto che tra le urla di minaccia sembrano esser state utilizzate la parola “Kafirs”, un termine arabo che significa “infedeli” e la frase “Wallah [lo giuro] sul Corano che ti taglierò la gola”. Non si è trattata di sola violenza verbale, «ci hanno poi gettato dell’acqua contro e hanno afferrato una delle nostre torce per lanciarle nella nostra direzione», ha detto Sertillange. All’arrivo della polizia, il gruppo, formato da una dozzina di persone, è scappato. La processione ha ripreso il suo corso senza fermarsi alle stazioni previste, ma dirigendosi direttamente in parrocchia. Le autorità locali hanno affermato di aver fortemente condannato «gli insulti, le minacce e le intimidazioni» e hanno espresso la loro solidarietà ai cattolici di Nanterre. La prefettura di polizia di Parigi ha confermato in un post su Twitter che sarebbe stata presentata una denuncia per questi fatti.
«Atti inaccettabili», così li ha definiti il ministro, che sembrano far parte di una trama ormai ben nota in Francia. L’incidente di Nanterre ha fatto seguito a un attacco avvenuto a maggio contro i cattolici che partecipavano a una processione a Parigi per commemorare i martiri della città del XIX secolo. In quel caso i partecipanti sono stati oggetto di scherno e fischi da un gruppo di aggressori identificati in seguito come “antifascisti”. Anche in quell’occasione la violenza era stata anche fisica fino all’utilizzo di proiettili. Per riportare un altro degli eventi drammatici ricordiamo che ad agosto il sacerdote cattolico Olivier Maire è stato assassinato a Saint-Laurent-sur-Sèvre, un comune nel dipartimento della Vandea, nella Francia occidentale.
L’anno scorso in Francia l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) ha registrato 159 crimini d’odio contro i cristiani. Sono tempi duri che ci ricordano il martirio. E in alcuni luoghi le persecuzioni sono più intense e neanche tanto subdole. La Francia sta vivendo un lungo periodo di crisi in questo senso.
I cattolici francesi sono i narratori di quello che sta accadendo in generale al cattolicesimo in Europa. Un vero e proprio martirio, in cui, come ha detto papa Francesco, «si riproduce il confronto tra bene e male, tra odio e perdono, tra mitezza e violenza». Alla luce dei fatti prima descritti, la rabbia potrebbe essere la risposta emotiva più immediata, ma le parole del Papa ci ricordano quanto il perdono sia strutturale per un cristiano. Le offese, gli insulti, le minacce, ci parlano di quanto sia preziosa la testimonianza d’amore dei nostri fratelli francesi, quell’Amore che solo Cristo può donarci. (Fonte) (Fonte 2)
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