«Venerdì 25 marzo, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle ore 17:00 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima da Sua Eminenza il Cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, come inviato del Santo Padre». Con queste poche righe il direttore della Sala stampa vaticana Matteo Bruni ha annunciato appunto che il Papa consacrerà al Cuore Immacolato di Maria due nazioni e due popoli che in questo momento sono al centro di una guerra che la Russia ha determinato con l’invasione militare del territorio ucraino. Tutto il mondo è in qualche modo coinvolto.
Quello annunciato è un atto carico di significato, ennesimo gesto che la Santa Sede aggiunge ai tanti pronunciamenti di Francesco che si sono susseguiti in questi giorni perché tacciano le armi. La via della pace non ha alternative e il Papa lo attesta ancora di più con un gesto spirituale a suo modo storico, pensando fra l’altro che nello stesso giorno lo stesso atto avverrà a Fatima, in Portogallo.
Nell’apparizione del 13 luglio 1917 a Fatima, la Madonna rivolgendosi ai tre pastorelli aveva chiesto la consacrazione della Russia al Suo Cuore Immacolato, affermando che, qualora non fosse stata accolta questa richiesta, la Russia avrebbe diffuso «i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni – aveva aggiunto – saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte». Come ricorda Vaticannews i papi del secolo scorso in diverse occasioni hanno tentato di rispondere a questa richiesta, ma si è dovuto attendere l’atto di Giovanni Paolo II del 25 marzo 1984 per avere una consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che, secondo quanto poi riportato da Suor Lucia di Fatima, fosse conforme a quanto richiesto dalla Madonna (cfr. Lettera del 29 agosto 1989, pubblicata su Un cammino sotto lo sguardo della Madonna. Biografia di suor Lucia di Gesù, Edizioni Ocd 2016, pag. 225).
Ciò che conta in questo momento è che tutti si uniscano a questo atto di papa Francesco. Ciò che conta è che tutti si avvicinino ancora al messaggio di Fatima, perché tutti, ad Est come ad Ovest, abbiamo bisogno di convertirci.
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