In attesa di partecipare all’atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria del mondo e in modo particolare di Russia e Ucraina, che Papa Francesco farà oggi pomeriggio a partire dalle ore 17 nella Basilica di San Pietro, pubblichiamo uno stralcio di un articolo di Giovanni Cantoni (1938-2020, foto nell’articolo). L’articolo è stato pubblicato sul Timone n. 17, gennaio 2002 e riguarda il senso del messaggio di Fatima.
Nel 2000, nel messaggio di Papa Giovanni Paolo II al card. Antonio Maria Javierre Ortas in occasione di un convegno per il 1200° anniversario dell’incoronazione imperiale di Carlo Magno nella notte di Natale dell’anno 800, si legge: “La grande figura storica dell’imperatore Carlo Magno rievoca le radici cristiane dell’Europa, riportando quanti la studiano ad un’epoca che, nonostante i limiti umani sempre presenti, fu caratterizzata da un’imponente fioritura culturale in quasi tutti i campi dell’esperienza”. Perciò – continua il Pontefice – “la commemorazione dello storico evento ci invita a volgere lo sguardo non soltanto al passato, […] invita a riflettere sul valore che anche oggi conserva la riforma culturale e religiosa promossa da Carlo Magno […].
“È la grandiosa sintesi tra la cultura dell’antichità classica, prevalentemente romana, e le culture dei popoli germanici e celtici, sintesi operata sulla base del Vangelo di Gesù Cristo, ciò che caratterizza il poderoso contributo offerto da Carlo Magno al formarsi del Continente. Infatti, l’Europa, che non costituiva una unità definita dal punto di vista geografico, soltanto attraverso l’accettazione della fede cristiana divenne un continente, che lungo i secoli riuscì a diffondere quei suoi valori in quasi tutte le altre parti Iella terra, per il bene dell’umanità. Al tempo stesso, non si può non rilevare come le ideologie, che hanno causato fiumi di lacrime e di sangue nel corso del XX secolo, siano uscite da un’Europa che aveva voluto dimenticare le sue fondamenta cristiane”.
Ebbene, l’Europa – il mondo occidentale e cristiano – sul punto di portare tragicamente a termine l’itinerario iniziato con l’umanesimo, l’Europa sul punto di dimenticare completamente le proprie fondamenta cristiane, l’Europa alla vigilia della Rivoluzione socialcomunista del 1917 in Russia è la destinataria del messaggio di Fatima che, all’immancabile ed essenziale richiamo personale – la visione dell’inferno come castigo per chi non rispetta la legge di Dio -, affianca una dimensione sociale: l’inferno del totalitarismo socialcomunista attende le nazioni che non rispettano la legge di Dio. Così, il messaggio di Fatima è non solo applicazione, ma certificazione della filosofia della storia del Magistero della Chiesa cattolica e del comportamento sociale che esso suggerisce attraverso la predicazione della morale sociale cattolica, la “dottrina sociale della Chiesa”: si tratta di un comportamento sociale a lode di Dio e orientato al rispetto della sua legge, il cui esito è una “civiltà cristiana”, e non offensivo di Dio e della sua legge, quindi qualificabile come “peccato sociale”.
Per evitare l’esito disastroso, a Fatima vengono poste condizioni, sono richiesti comportamenti sostanziali e formali, conversione individuale e sociale, pratiche di pietà e affidamento: “la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati”. Quanto delle richieste sia stato soddisfatto si può arguire da quanto a tutt’oggi realizzato: il fallito – straordinariamente – attentato a Papa Giovanni Paolo II nel 1981 e il crollo del sistema imperiale socialcomunista, consumato nel 1991. Rimangono irrealizzate parti della promessa, ugualmente condizionate, quindi – dopo che è stata resa pubblica la terza parte del “segreto” – le ancor più esplicite condizioni della loro realizzazione.
La prima parte della promessa condizionata è indicata esplicitamente con la frase: “[…] la Russia si convertirà”, la cui condizione è “la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati”.
La seconda parte della promessa condizionata è quella nota con la formula: “Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà”; la condizione è pure nota: “Penitenza, Penitenza, Penitenza!”.
L’esistenza di queste due promesse non realizzate e delle rispettive condizioni rende il messaggio nel suo insieme “aperto” e non esaurito. E, attraverso la Nuova Evangelizzazione, la Chiesa continua a innalzare “[…] la sua preghiera e presta il suo servizio, perché la storia delle coscienze e la storia delle società nella grande famiglia umana non si abbassino verso il polo del peccato col rifiuto dei comandamenti divini “fino al disprezzo di Dio”, ma piuttosto si elevino verso l’amore, in cui si rivela lo Spirito che da la vita”; cioè ripropone le condizioni per la costruzione di una nuova civiltà cristiana nel terzo millennio, una società a misura di uomo e secondo il piano di Dio, di cui il trionfo del Cuore Immacolato costituisce figura e promessa condizionata.
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