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Facciamolo per l’Italia. Il caso dello spot Chicco
NEWS 13 Luglio 2018    di Maria Rachele Ruiu

Facciamolo per l’Italia. Il caso dello spot Chicco

“Facciamolo per l’Italia, perché in questo mondiale i goal per l’Italia li facciamo noi!”

Termina così lo spot della Chicco, noto marchio di prodotti per bambini, che sta tenendo banco sui social, e non solo!, da due giorni!

“E’ uno spot vergognoso!” “E’ uno spot che discrimina!” “E’ uno spot fascista!”

Insomma, nel 2018, come è stato scritto su facebook: “Fate l’amore. Se lo dice un hippie è rivoluzione, se lo dice la Chicco è fascismo.”
Ma cosa è successo?

Ma è così strano o folle che un marchio di prodotti per bambini si preoccupi di realizzare uno spot che invita a mettere al mondo nuove creature? L’escamotage che trova l’ufficio marketing per farlo è presto detto: una leggenda racconta che i mondiali si concludano sempre con il “baby boom” e l’invito è semplice: anche se quest’anno non giochiamo, possiamo vincere i mondiali e “tornare ad essere una nazione straordinaria” mettendo al mondo bambini che ci aiuteranno a crescere portando l’Italia dove è giusto che sia”.

Ora, che le nascite in Italia siano in calo, è un dato di fatto. Che la denatalità sia un problema stringente per la nostra nazione, anche. Così stringente che tutti i partiti politici, tutti!, durante le scorse elezioni hanno presentato soluzioni, più o meno discutibili, in merito.

Che i bambini portino ricchezza alla Nazione, anche! Volessimo tenerci su un piano squisitamente economico: chi pagherà le nostre pensioni domani, se non ci saranno ex- bambini a lavorare? Chi assicurerà un futuro alla nostra nazione se non ci saranno nuove famiglie?

Allora quale è il problema di questo spot? IL COME.

La Chicco non si nasconde dietro un dito: risolviamo la “questione denatalità”, mettendo al mondo bambini nell’unica modalità naturale possibile: facendo l’amore! Nel video si rincorrono una carrellata di coppie che si amano guardandosi negli occhi e si svela un mistero: da un uomo e una donna nasce un bambino.

Alzata di scudi:

– “Lo fa solo per soldi”…ovvio, è una pubblicità: si sta preoccupando della propria fetta di mercato.

– “Non ci sono coppie omosessuali”… ovvio: due persone dello stesso sesso naturalmente non possono concepire.

– “La Chicco non aiuterà poi le famiglie”… ovvio: alla Chicco interessa vendere i prodotti. Ma al netto dell’importanza dell’attuazione dell’art. 31 della Costituzione che tutti attendiamo con ansia – “La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo” – è palese che la crisi della natalità oggi sia innanzitutto culturale. Non è la povertà che inibisce le nascite e per dimostrarlo basta una qualsiasi statistica (cfr. i redditi di chi mette al mondo i figli, cfr. le nazioni più fertili e anche di chi abortisce), ma la mancanza di Speranza.
E allora grazie alla Chicco perché, nel bene e nel male, e al netto di alcune inopportunità presenti nello spot, è riuscita a ricordare questo: una pioggia di neonati ci allagherebbe il cuore di ottimismo.

Quindi ora…: spegniamo la luce, accendiamo la Speranza.


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