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«Estorte con la paura» le critiche dell’avvocato cristiano Zhang Kai ad attivisti cinesi in carcere
NEWS 1 Settembre 2016    

«Estorte con la paura» le critiche dell’avvocato cristiano Zhang Kai ad attivisti cinesi in carcere

I commenti negativi espressi dall’avvocato cristiano Zhang Kai contro alcuni colleghi sotto processo “sono stati estorti contro la mia volontà. Le interviste sono state ottenute con la paura. Davanti alla mia fede cristiana e alla mia libera coscienza, ritratto tutto”. Lo ha scritto ieri lo stesso legale, noto nel Paese per la sua battaglia contro la demolizione delle croci nel Zhejiang, in una nota pubblicata online e fatta sparire dalle autorità.

Il riferimento di Zhang è ad alcune dichiarazioni rilasciate all’inizio di agosto 2016 sul processo in corso contro gli attivisti Zhai Yanmin, Hu Shigen e Zhou Shifeng. Quest’ultimo è stato riconosciuto colpevole di “sovversione” e condannato a sette anni di galera. “Dal mio punto di vista personale – aveva detto a una televisione – penso che si siano spinti troppo oltre [nel criticare il governo]. Ritengo che la corte li abbia trattati con giustizia”.

I tre imputati fanno parte della corrente di avvocati che, nel luglio 2015, sono stati arrestati perché impegnati a difendere i diritti civili della popolazione contro abusi ed espropri. Il governo ha fermato oltre 700 legali e attivisti, di cui molti oggi in attesa di processo. Lo stesso Zhang è stato condannato a sei mesi di carcere ed è stato rilasciato nel marzo 2016.

Zhang Kai ha organizzato un team legale di oltre 30 persone per affrontare i casi religiosi nella provincia del Zhejiang. Il legale ha 36 anni ed era avvocato dello Studio legale Xinqiao di Pechino. Nel mezzo della campagna per la demolizione delle croci nel Zhejiang, di tutti gli avvocati per i diritti umani in Cina Zhang è stato il più attivo, e quello più coinvolto. Iniziando nell’agosto del 2014 con il rappresentare il pastore della chiesa della salvezza di Wenzhou, il reverendo Huang Yizi, ha iniziato a vivere a Wenzhou ed è divenuto consulente in molti casi relativi alla demolizione delle croci.

Le dichiarazioni contro i compagni, spiega nella nota, “nascono dalle pressioni subite da me e dai miei anziani genitori. Sono stato impotente nel resistere. Oggi voglio confessare a Dio la mia debolezza e la paura nel mio cuore e nel mio spirito. Chiedo perdono ai familiari degli altri arrestati”.