Dopo le polemiche per l’incarico a Paola Concia, già esponente Pd e attivista Lgbt, per il progetto di educazione alle relazioni nella scuola italiana, il ministro Valditara con una nota sottolinea che «dal momento che la scuola italiana ha bisogno di serenità e non di polemiche, ho deciso di non attivare l’incarico di garanti del progetto ‘Educazione alle relazioni’ a suor Monia Alfieri, Paola Concia e Paola Zerman. Rinnovo loro i ringraziamenti per la disponibilità e la generosità dimostrate. Il progetto ‘Educare alle relazioni’ andrà avanti senza alcun garante».
La petizione contro la nomina della Concia, attivata da ProVita&Famiglia, in meno di 24 ore ha già raccolto oltre 30.000 firme, rappresentando una voce popolare molto forte rispetto a una scelta certamente divisiva e azzardata rispetto a un tema estremamente sensibile. Anche all’interno della stessa maggioranza in queste ore si sono rincorse voci di tensione che testimoniano quanto il tema non possa essere trattato con corse in avanti, magari anche attivate con la buona intenzione di un dialogo pluriculturale.
Peraltro, a nostro giudizio è proprio discutibile la scelta stessa di attivare un programma di corsi come questo, visto il dettato costituzionale che rimanda alla famiglia la responsabilità primaria nell’educazione dei figli in generale e quanto mai su un tema così delicato e sensibile. Anche il network di associazioni cattoliche Sui tetti, ha rilevato: «Riteniamo, che l’educazione su certe tematiche non possa essere prerogativa dello Stato, ma deve essere pensata e strutturata in interventi concertati con le famiglie e le altre agenzie educative del mondo associativo».
Non c’è pluriculturalità che tenga. La retromarcia del Ministro ha il sapore di una presa di buon senso, ma non cancella le perplessità legate ad un progetto che sembra aver preso troppa velocità anche sulle ali di una cronaca che non merita strumentalizzazione di nessun tipo. (Fonte foto: Imagoeconomica)
Potrebbe interessarti anche