«Una vergogna? Sì, gliel’ho detto anche io, ma mi ha dato questa indicazione, non si torna indietro. Non sono rimasti scritti inediti». A parlare così, come riportava Il Messaggero domenica 19 marzo, è monsignor Georg Gänswein – per decenni segretario personale di papa Benedetto XVI e, a quanto pare da indiscrezioni non ancora ufficializzate, prossimo a rivestire il ruolo di Nunzio apostolico in Costa Rica – e il riferimento è ai documenti privati del defunto papa emerito.
In realtà questa notizia non giunge come un fulmine a ciel sereno, anzi era già nota dall’inizio di gennaio, dal momento che era scritta nero su bianco nel libro Nient’altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI (Piemme, 2023). In quel contesto, il fedele braccio destro di Ratzinger affermava: «In realtà, questo non rappresenta un problema per me, poiché ho ricevuto da lui istruzioni precise, con istruzioni di consegna che mi sento in coscienza di rispettare, riguardo alla sua biblioteca, ai manoscritti dei suoi libri, alla documentazione relativa al Concilio e alla corrispondenza». «Il loro destino», rimarcava ancora Gänswein, «è segnato: fogli privati di ogni tipo devono essere distrutti. Ciò vale senza eccezioni e senza scampo».
E lo stesso discorso valeva per «altri oggetti personali, dagli orologi alle penne, dai quadri agli arredi liturgici, <che> sono stati inseriti in un elenco meticolosamente stilato da Benedetto XVI prima di morire» e in parte sono già stati consegnati a «collaboratori, segretarie, seminaristi, studenti, autisti, parroci, amici». Il papa bavarese, chiosava il segretario, «non ha dimenticato nessuno».
Dunque, il libro postumo dal titolo Cos’è il cristianesimo è, e rimarrà, l’ultimo scritto di papa Benedetto XVI. Quasi un testamento spirituale, come recita appunto il sottotitolo dello stesso volume che, si potrebbe dire, mette in qualche modo il sigillo su quelli che sono stati i pronunciamenti più significativi del pontificato di Ratzinger, accanto ovviamente alle tre encicliche Deus caritas est (2005), Spe salvi (2007), Caritas in veritate (2009). Un simbolico cerchio che si era aperto con Introduzione al cristianesimo, pubblicato nel pieno del post-Concilio Vaticano II e dei tumulti sessantottini, e che è arrivato così a chiudersi, 55 anni dopo, con questo scritto postumo del 2023.
Ma quanto Benedetto XVI ha scritto in vita rimane disponibile e prezioso per quanti vogliono approcciarsi alla fede cristiana aiutati dal lucido pensiero del pontefice tedesco. I diritti dei suoi libri, ha infatti spiegato ancora Gänswein «rimarranno nelle mani della Libreria Editrice Vaticana, la casa editrice della Santa Sede, e una parte andrà alla “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger”».
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