In un’intervista rilasciata nei giorni scorsi a TelevisaUnivision Prensa, Papa Francesco non solo ha condannato l’aborto ma, a precisa domanda del giornalista, ha messo – sia pure con estrema prudenza – il dito nella piaga della contraddizione politica di Joe Biden, presidente degli Stati Uniti cattolico eppure in prima linea, anche a costo di contrastare con la Corte Suprema, nel promuovere l’aborto.
«Lo lascio alla sua coscienza», sono state le parole del pontefice argentino riferendosi a Biden, «che parli con il suo vescovo, con il suo parroco riguardo a questa incoerenza». Ora, basteranno queste parole a far superare i malumori che, in una parte non piccola della comunità cattolica americana, hanno generato alcuni episodi recenti, incluso l’incontro in Vaticano con Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti la quale ha pure ricevuto la comunione?
Non si direbbe. Non, almeno, leggendo la lunga intervista rilasciata al Die Tagespost da Joseph Fred Naumann, classe 1949, arcivescovo di Kansas City nonché uno dei prelati americani maggiormente impegnati nella difesa della vita nascente; non a caso Naumann, anche lo scorso anno, ha celebrato la Messa alla Vigilia della March for Life di Washington richiamando, nella sua omelia, i cattolici a combattere la cultura della morte con «preghiera, digiuno ed elemosina».
Sarà per questo, e cioè perché sente molto il tema della vita nascente, che l’arcivescovo americano, interpellato come si diceva alla citata testata tedesca, è stato molto esplicito nel dichiarare il proprio scontento per come, in Vaticano, il Santo Padre si è comportato – e cioè all’insegna della massima accoglienza – sia con Joe Biden, sia con Nancy Pelosi. Per evitare ogni rischio di fraintendimenti, meglio però riportare integralmente le parole del prelato americano, il quale ha dichiarato:
«È triste come [il Papa, ndr.]si è comportato sia con il presidente Biden, sia con Nancy Pelosi. Non credo che egli capisca gli Stati Uniti più di quanto li capisca la Chiesa degli Stati Uniti. I suoi consiglieri e le persone intorno a lui lo hanno completamente disinformato al riguardo. Naturalmente, dobbiamo sforzarci di essere pastorali. Ma non è pastorale dire a qualcuno che è un buon cattolico e che, ovviamente, può accedere alla comunione quando quella persona ha commesso un peccato grave».
Sono, come si vede, considerazioni molto nette, per quanto monsignor Naumann chiami essenzialmente in causa «i suoi consiglieri e le persone intorno» al Santo Padre. Anche se l’arcivescovo di Kansas City non ha mancato di aggiungere come «il fatto che il Papa abbia ricevuto Pelosi è stato strumentalizzato politicamente. In questo modo, Francesco fa precisamente ciò che chiede agli altri di non fare, mettendoli in guardia». L’intervista Die Tagespost contiene molti altri aspetti di rilievo.
Per esempio, il prelato, evidenziando che il problema non son solo Biden o Pelosi, fa un richiamo a tutti quelli che «si considerano cattolici perché sono battezzati, ma non fanno realmente parte della Chiesa» perché «condizionati dalla cultura e dalla società». Ciò nonostante, è indubbio come il passaggio più forte di quanto dichiarato da Naumann sia quello sul comportamento del Santo Padre con i vertici della politica americana attuale. E c’è da scommettere che quanto dichiarato dall’arcivescovo di Kansas City non sia, ecco, un pensiero solo suo; non certo nell’episcopato d’Oltreoceano.
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