In Inghilterra, una consulente scolastica ha denunciato una scuola cattolica che l’avrebbe licenziata per le sue opinioni considerate “misogine”, sul matrimonio. La scuola in questione è il St Anne’s Catholic High School for Girls, citato dalla donna, per licenziamento illegittimo, molestie, discriminazione e violazioni dei suoi diritti umani a causa delle sue convinzioni cristiane. Soydag sostiene, inoltre, che i suoi profili, social su cui riportava il suo pensiero, sono stati censurati dalla scuola prima di essere licenziata il giorno del suo compleanno e di essere obbligata a lasciare la scuola senza stipendio. Tutto sarebbe iniziato nel febbraio del 2023 quando Soydag sarebbe stata convocata ad un incontro con un membro senior del personale, dove è stata interrogata sulla sua attività online.
Il “casus belli” era costituito da un video pubblicato su instagram definito “preoccupante”, in quanto mostrava una donna vestita da musulmana che parlava della sua felicità di vivere sottomessa al marito. Un’azione improntata, secondo la scuola, a pura misoginia. Soydag si sarebbe difesa sostenendo di aver condiviso il video, non perché fosse d’accordo con l’intero contenuto di ciò che aveva pubblicato, ma per generare un dibattito. La discussione, inizialmente, si sarebbe conclusa con la raccomandazione a mantenere tutti i suoi profili social privati e non accessibili al pubblico.
Ma non finisce qui, perché due settimane dopo sarebbe stata convocata un’altra riunione in cui le sarebbe stato detto che erano stati segnalati e denunciati altri contenuti sulle sue pagine social, perché, secondo quanto riferito, un genitore era in forte disaccordo con i principi cristiani espressi. Le sono state concesse 24 ore per assicurarsi che il suo account non fosse visibile su Google. Tuttavia Soydag non poteva rispettare una simile scadenza perché ha dovuto spiegare che, a causa delle funzionalità di Google, ci sarebbero volute due settimane almeno per eseguire quanto richiesto. Così, il giorno dopo, le è stato detto che riguardo i suoi account, era “troppo poco e troppo tardi” e che le sue convinzioni così gravi erano ormai di pubblico dominio.
Dulcis in fundo, in una mail ferale, le viene annunciato il licenziamento “a causa del fatto che gran parte del suo ampio profilo online è incompatibile con la dichiarazione di missione e l’etica della scuola, e per il fatto che, nonostante le sia stato chiesto di rimuovere tali informazioni incompatibili, il suo profilo è rimasto in larga misura invariato”. Insomma, sembra davvero che nell’epoca in cui è ammessa qualsiasi tipo di opinione, anche la più spudorata e scandalosa, non ci sia spazio solo per chi ha un pensiero davvero “altro”, quale ormai è diventato il pensiero cristiano. E fa davvero riflettere il fatto che si sia censurata, anche tramite i social, un’opinione espressa senza offendere nessuno, mentre è ormai la norma che le pagine facebook infarcite di bestemmie, spesso non si possano nemmeno bloccare perché “non violerebbero gli standard della comunità”.
Due pesi, due misure, verrebbe da dire…Tornando a Soydag la sua vicenda si è conclusa con l’ordine di impacchettare, seduta stante, le sue cose e abbondonare la scuola, proprio il giorno del suo compleanno. Ma la giovane donna non si è arresa e ora chiede il risarcimento dei danni per violazione del contratto e licenziamento illegittimo, ai sensi dell’Equality Act 2010. (Fonte foto X)
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